La mia famiglia (e forse qualche mio amico), mi ritengono uno snaturato, uno che non è attaccato alle proprie radici e alla propria città, per il fatto che me ne sono andato da Napoli e, sebbene viva ad appena 100 km, ci torno pochissimo ed il meno possibile.
Chiaramente loro parlano in questo modo perché hanno la classica morbosità del napoletano "la mia è la città più bella del mondo ed è inconcepibile vivere in un altro posto". Eppure credo di amare più io Napoli che loro. Ritengo che chi ama Napoli non può viverci. Napoli è come una bellissima donna della quale ci si innamora perdutamente, ma contemporanemante ci si rende conto che non è fatta per stare con qualcuno perché lei vuole stare con tutti, è uno spirito libero.
Mi è venuto in mente tutto questo perché su Repubblica ho letto un'inchiesta molto bella dal titolo "Chi comanda nelle grandi città" ed il 12 Gennaio è stata pubblicata la prima parte su Napoli. Mi fa particolarmente pena il pensiero che quasi quattordici anni di interregno della sinistra non abbiano risolto quasi niente. Forse è proprio vero che il potere non lo si deve possedere per troppo tempo perché altrimenti inevitabilmente genera il clientelismo ed il culto della persona.
"Il potere è l'afrodisiaco supremo."
Henry Kissinger
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