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mercoledì 27 gennaio 2010

Sudan e Darfur

Khartoum esporta sorgo e grano, ma in tutto il Sudan sono oltre 11
milioni le persone che necessitano di aiuti alimentari
Il Sudan è uno dei piu' importanti Paesi esportatori di grano e sorgo,
ma in Sud Sudan e Darfur cresce il numero di chi ha fame.


Il World Food Programme (WFP) delle Nazioni Unite ha fatto sapere che
il numero delle persone dipendenti dagli aiuti alimentari
internazionali è cresciuto in Sud Sudan di ben quattro volte
nell'ultimo anno, passando da 1 milione di persone a 4,3 milioni, a
causa di conflitti e siccità.
Circa 50,000 tonnellate di sorgo e alimenti di origine vegetale
verranno dislocati in Sud Sudan e si aggiungeranno alle derrate già in
distribuzione in tutto il Sudan, come in Darfur, per sostenere oltre
11 milioni di persone non autosufficienti, nell'ambito di uno dei piu'
grandi progetti di asssistenza alimentare realizzati al mondo.
Un sacco di sorgo, uno dei cereali più usati nella dieta sudanese, nel
mercato del Darfur occidentale ha superato recentemente i 200 Pounds
sudanesi, equivalenti a 80 dollari.
Eppure il Sudan è uno dei piu' importanti Paesi esportatori di grano e
sorgo: Khartoum sta investendo 5 miliardi di petrodollari nello
sviluppo delle sue fattorie meccanizzate, i cui prodotti saranno,
appunto, destinati all'esportazione, soprattutto Arabia Saudita,
Emirati Arabi Uniti, Giordania. Paradossalmente, è allo stesso tempo
il Paese che riceve enormi quantità di cibo gratuito, lo stesso che
esso produce per l'esportazione. Normalmente, le donazioni di cibo
sono rivolte a Paesi che non riescono a soddisfare autonomamente il
proprio fabbisogno aliementare; così non accade per il Sudan, il cui
Presidente Bashir, evidentemente, preferisce lasciare agli stranieri
l'assistenza dei "cittadini" del Darfur. Il New York Times, che cita
fonti ufficiali delle Nazioni Unite, porta ad esempio il volo A/R del
sorgo, alimento base in Darfur: l'anno scorso, gli Stati Uniti ne
hanno donato ben 283.000 tonnelate, lo stesso quantitativo che il
Sudan ha venduto all'estero.

Dal blog di Italians for Darfur:
www.italiansfordarfur.it
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