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domenica 19 dicembre 2010

I giovani hanno un futuro!

Parlare di Generazione Zero e' un crimine contro l’autostima dei ragazzi.
Non dite che non c’e' futuro.
Il futuro ve lo potete conquistare (senza ammazzare nessuno).

Vorrei commentare questa lettera inviata da una lettrice di Repubblica che si firma Martabcn, a Saviano.

“Caro Roberto. Le tue parole sono come sempre bellissime; ma questa volta, ahime', sterili. Ho 26 anni, due lauree e tanta voglia di fare. Sono arrabbiata, stufa, sconfortata. Non ho piu' ragione di credere che con "le buone" si ottenga qualcosa, non a questi livelli. Un anno fa mi sarei indignata per Roma, oggi no, oggi sono felice. Perche' e' vero che la violenza e' uno schifo, ma e' l'ultima risorsa di chi e' disperato. Uso questo termine non a caso: disperato e' colui senza speranza. E io sono cosi'. Io non ho futuro: ho 26 anni e non ne ho gia' piu' uno. Non potro' mai comprarmi una casa perche' non faro' mai un lavoro che mi permetta di accendere un mutuo, i miei genitori non possono aiutarmi economicamente e non so nemmeno se potro' mai comprarmi una macchina nuova. Se avro' dei figli non riusciro' a pagare le tasse per mandarli all'universita', e quando saro' vecchia non avro' pensione. Non ho piu' niente da perdere e come me tantissimi, troppi altri.”

Indiscutibilmente in queste parole ci sono alcune verita': i giovani si vedono depredati del loro futuro e questo spinge a una ribellione distruttiva. Saviano e tanti altri hanno cercato di spiegare in molti modi che seguendo questa via non si rafforza il Movimento ma lo si annega. E basterebbe andare a vedere cosa e' accaduto a noi negli anni ’70 per averne prova certa.
Cosi' come e' certo che l’attuale situazione economica esigera' il suo sanguinante tributo in termini di vite annullate, di reazioni popolari di rabbia cieca e di controreazioni del potere ancora piu' violente e selvagge.
Questo ci racconta il passato e l’unica speranza e' che si formi un argine culturale a questa follia: da una parte una classe di malfattori e speculatori butta sul lastrico milioni di persone e dall’altra monta la reazione violenta dettata dall’esasperazione. Oggi ci sono personaggi come Saviano che possono avere un grande peso nel convincere molti giovani a scegliere strumenti pacifici di lotta.
Ma credo che vi sia un altro punto essenziale che dobbiamo affrontare se vogliamo limitare questa tendenza a rispondere alla follia criminale del sistema con la violenza (o la depressione).
Si tratta di una questione essenziale che la sinistra non vuole affrontare a causa del vuoto culturale nel quale anch’essa nuota.
Questa ragazza di 26 anni, con 2 lauree, che scrive in modo pulito e elegante, ci dice: “Io non ho futuro”. E la sinistra applaude, alla ricerca di nuovi argomenti contro B.
Invece io vorrei dire a questa ragazza: sbagli a pensare che di non avere futuro! Sbagli di grosso. Hai accettato uno stato mentale disastroso. Se vuoi puoi convincerti di non avere speranze, ma ti fai un danno, butti via le possibilita' enormi che hai davanti.
Anche se al governo c’e' una masnada di filibustieri, anche se c’e' una crisi economica verticale causata da una cricca di speculatori criminali, anche se c’e' il nepotismo e si buttano per auto blu i soldi che servirebbe per la ricerca…
I progressisti dovrebbero dire a questa ragazza: “E’ vero, e' pieno di ingiustizie. E’ vero stanno spazzando via le conquiste di decenni di lotte. Ma non dire mai che non hai futuro perche' se lo dici sei morta.”
Vogliamo confrontare la situazione attuale che vivono i giovani con quella degli anni ’50?

Che futuro avevano i ragazzi che partivano con le valige di cartone per lavorare nel Nord Europa trattati molto peggio di quanto lo siano oggi i senegalesi in Italia? Eppure quella generazione ha saputo lottare, non ha mai detto “non abbiamo futuro”. Il futuro se lo sono creato. Spesso riuscendo a costruirsi una casa e a mandare i figli a scuola. Una scuola che non ha saputo insegnare la passione e la professionalita'.
Come fa una persona giovane, che ha due gambe, due braccia e due lauree, un cellulare, un computer e un tetto sulla testa, a dire che non ha futuro?
Il futuro se lo stanno costruendo perfino i piu' poveri del pianeta, creando cooperative e autoimprese… 100 milioni di donne che vivevano in condizioni miserabili hanno ottenuto un prestito dal microcredito e hanno cambiato vita basandosi soltanto sul loro cervello e le loro capacita'.
Io non posso vedere invece questo scoramento, e non sopporto la politica di sinistra che per calcolo miope lo alimenta. Ancora non si e' compreso che B. poggia le proprie fondamenta morali su una cultura da sconfitti, vittimista e spaventata, che la maggioranza degli italiani ha assorbito succhiando il terrorismo dei telegionali e la prassi videomasturbatoria del dolore trasformato in spettacolo.
Questo vittimismo disperato e' poi dimostrazione della totale incapacita' di comprendere cosa stia succedendo oggi nel mondo. E’ come se la scuola e la tv avessero ipnotizzati questi giovani laureati imbottendogli la testa di informazioni deprimenti che gli impediscono di vedere la realta'.
E’ vero, negli ultimi 15 anni le prospettive per i giovani sono crollate. Ma questo non e' colpa di Berlusconi. Non TUTTO e' colpa sua. La causa e' che il mondo sta cambiando e l’Italia non ha saputo stare al passo per un blocco mentale che ha generato tra l’altro anche B (che non e' il padre ma il figlio di questa situazione).
La societa' industriale globale sta facendo saltare il mercato del lavoro cosi' come lo conoscevamo. E disgraziatamente non c’e' modo di fermare questo processo. Possiamo pretendere degli ammortizzatori sociali veri in questa fase di transizione, ma non possiamo fermare l’economia mondiale anche se sarebbe bello poterlo fare.
Ma d’altra parte questo processo storico coincide con l’aprirsi di enormi possibilita' di creare un lavoro appassionante sul web. Lo sviluppo impetuoso dei social network, dei gruppi di acquisto, delle comunita' in rete, offre oggi a giovani, con due lauree, possibilita' di lavorare in settori che oltretutto hanno un grande impatto positivo sulla vita delle persone. Come si fa oggi a dire “non ho futuro” mentre il futuro stesso sta cambiando alla velocita' della luce?
Un giovane oggi ha un milione di volte le possibilita' di comunicare (e fare impresa) rispetto a 20 anni fa.
Ti bastano un’idea, un pc, una telecamera da 100 euro e un amico per arrivare a migliaia di persone.
Un settore dove, tra l’altro, c’e' una fame continua di giovani capaci di aggiornarsi.
In questo momento sono gia' alcuni milioni i giovani che lavorano in internet o per internet.
La realta' imprenditoriale che conosco e' quella di aziende che restano bloccate perche' non trovano gente capace di sviluppare un’applicazione per i cellulari, un progetto in 3D o un libro digitale. Cose che nessuna scuola ti insegna ma che puoi imparare da solo. Sul web trovi tutte le informazioni che ti servono.
E non si rende conto la sinistra che continuare a urlare “generazione futuro zero” e' un valido sistema per erodere speranza, autostima, determinazione e peggiorare le prospettive di questi ragazzi?
Non si rende conto che, oltretutto, se devo scegliere tra uno che mi dice: “Hai un futuro di cacca!” e uno che mi dice: “Va tutto bene, ce la puoi fare se ti impegni!” e' molto probabile che alla fine io voti per quello che mi vende un po’ di ottimismo?
Certo B. mente quando dice che tutto va bene. Ma lo battiamo solo se noi diciamo la cruda verita': “Sei in una situazione di merda, ma non arrenderti, uniamoci tutti insieme e costruiamo un futuro migliore! Ce la possiamo fare”.
Io ci credo nel futuro migliore. L’ho visto ascoltando le storie dei ragazzi di Bucarest che vivevano nei cunicoli sotterranei e insieme a Miloud sono diventati clown e giocolieri, e le storie dei Ragazzi di Scampia che sono diventati atleti o chef.
Ce la fa la gente che parte veramente svantaggiata, ce la possono anche fare quelli con due lauree.
Ho speranza.
In Italia non vedo soltanto gli scheletri e le ballerine di B. che danzano. Vedo anche tante persone di valore che costruiscono, ogni giorno, fuori dal Giardino Terrestre dei potenti, opportunita' per cambiare insieme agli altri.

Jacopo Fo

lunedì 13 dicembre 2010

Emma for president



Senato della Repubblica, 13 dicembre 2010

Intervento della leader Radicale e VP del Senato Emma Bonino



Signor presidente , signor presidente del Consiglio, colleghi,

Radicali, liberali e laici quali siamo, non abbiamo mai partecipato e ancor meno alimentato il clima da stadio che da tempo connota, nel nostro paese, il dibattito politico. Secondo il quale da una parte ci sarebbe lei, e solo lei, artefice di tutti i mali in cui sprofonda il paese - e dall’altra una affollatissima coorte di salvatori della patria, dai comportamenti irreprensibili e da coerenti pratiche democratiche.

Se il nostro contesto fosse questo, sarebbe tutto più facile: basterebbe – per dire – un regicidio: ovviamente nonviolento.

Ma secondo noi non e’ cosi. Il problema e’ che in questo paese non c’e democrazia, nel senso che vige una forma di democrazia reale che imperversa come altrove ha imperversato il socialismo reale. Il male italiano, la “peste italiana” come noi la chiamiamo - nei suoi aspetti più macroscopici ed evidenti e in quelli minori o banali, per dirla con Hannah Arendt, - viene da più lontano, da prima ancora che lei, si affacciasse sulla scena politica.

Così lei più che la causa e’ il prodotto più evidente del sistema partitocratico e antidemocratico che da decenni occupa questo paese, sgovernandolo.

Noi affermiamo che lei è stato – ed è - un formidabile acceleratore della preesistente disgregazione istituzionale, politica e civile che è sotto gli occhi di tutti, in Italia e non solo. Ma, ripeto, in questa opera lei, signor presidente del consiglio, non è e non è stato solo.

Lei ha incentrato la politica estera italiana sulla Russia e soprattutto sulla Libia, con l’entusiastico sostegno di gran parte del ceto politico di governo e di opposizione salvo lodevoli eccezioni, tralasciando l’Europa come un inutile fardello, consentendo anzi ad illustri suoi alleati di spargere euroscetticismo a piene mani.

La necessaria ed urgente riforma della giustizia si è tradotta in alcuni provvedimenti ad personam, consentendo che sulle carceri nessuna politica seria potesse vedere la luce, piegandosi ad una alleanza trasversale – con la Lega, con il PD, con Di Pietro - che ha svuotato la legalità e aggravato ulteriormente l’affollamento disumano delle nostre carceri, come pure reso insopportabili le condizioni dei nostri ospedali psichiatrici giudiziari.

Sui diritti civili, che sono in realtà enormi problemi sociali, lei ha testardamente portato avanti una politica di licenze private e pubblici divieti, per cui in questo Paese tutto e’ proibito, e dunque tutto è consentito e praticato purché illegale e clandestino.

Il suo governo non ha inventato, ma ha sicuramente ingigantito, pratiche ed omissioni per cui sono ormai illegali persino le procedure elettorali, dove le regole da voi sottoscritte vengono sistematicamente violate senza che questo susciti scandalo né a destra né a sinistra.

E non parliamo del sistema radio televisivo - pubblico o privato che sia - o del finanziamento pubblico dei partiti, scandalosamente moltiplicato, gonfiato, totalmente opaco che vi ha visti entusiasticamente uniti contro la volontà popolare quale si è espressa fin dal referendum del '78.

Fatte a lei le critiche che lei si merita, la nostra convinzione è che siamo piuttosto di fronte ad una crisi di sistema, di regime, che non si può né combattere né superare guardando indietro a vecchi equilibri partitocratici, o consentendo un ritorno al proporzionale utile solo per rimettere qualche formazione – centrista, appunto - al centro di future combinazioni di governo oppure proponendo improbabili governi – definiti di “scopo” o di armistizio, insomma di unità nazionale - formula sempre pronta quando l’incapacità, l’impotenza o l’irresponsabilità riducono la politica a scaricare i problemi sul Paese, sulla gente, i cittadini.

Da giorni noi Radicali stiamo cercando di dire - inascoltati nell’assordante bailamme che ci circonda - che responsabilità impone di guardare oltre il voto di domani; perché se pure lei otterrà la fiducia per una manciata di voti si aprirà comunque uno scenario di ulteriore fragilità, possibilmente ancora peggiore di quello che abbiamo vissuto fino ad oggi

Molte energie sono state spese su nostre presunte ed inconfessabili trattative sottobanco. Noi abbiamo parlato con tutti e lo abbiamo fatto con trasparenza e alla luce del sole. Ringrazio Bersani, per averci dato atto - a differenza di tanti della sua parte politica e non solo- che non siamo mossi da mediocri interessi di potere e che ci muoviamo sempre per i nostri obiettivi ideali e politici. L’unico prezzo che possiamo concepire non riguarda noi ma l’interesse del Paese. Non comprendo l’irritazione con cui tanti amici anche a sinistra accolgono le nostre denunce sulla degenerazione partitocratica della nostra democrazia. Ma forse sarebbe più utile se si accettasse di confrontarsi con noi, su questi problemi. Perché esistono dei prerequisiti che non sono né di destra né di centro né di sinistra, senza i quali la democrazia diventa un guscio vuoto. E’ urgente chiedersi cosa si possa fare per riconquistare condizioni minime di legalità repubblicana, da stato di diritto che il sistema di potere ha travolto e avvilito. Su questa lunga degenerazione partitocratica Berlusconi si è inserito con forza devastante: ma non basta sfiduciarlo e metterlo in minoranza per cambiare davvero pagina, per passare da questo bipolarismo partitocratrico a una democrazia compiuta, da un parlamento di nominati a un parlamento di eletti nel senso alto e nobile della parola.

Noi Radicali vivremo la giornata di domani senza particolare patema d’animo, preoccupati piuttosto da quello che avverrà dopo il voto, dopo le vostre sterili schermaglie, se tutto questo non sarà servito neppure a far risvegliare nel paese una coscienza collettiva che consenta di affrontare una crisi di sistema, di regime, che rischia di travolgere tutto e tutti , senza distinzioni di parte.

Grazie