Deezer Playlist

Calcolo Integrali

sabato 31 marzo 2007

terroristi in classe a scuola

In riferimento al summenzionato video, il TG5 l'altro ieri ha giudicato di cattivo gusto il filmato. Io lo ritengo una goliardata tra amici a scuola e francamente rispetto ai filmati molto più degradanti che vediamo in giro (vedi professoresse arrapate che si fanno palpeggiare o fascistelli da strapazzo che molestano i ragazzi down) lo vedo piuttosto ironico. Comunque a voi la scelta ed i commenti.

"La vita è come una stoffa ricamata della quale ciascuno nella propria metà dell'esistenza può osservare il diritto, nella seconda invece il rovescio: quest'ultimo non è così bello, ma più istruttivo, perchè ci fa vedere l'intreccio dei fili." Arthur Schopenhauer

giovedì 29 marzo 2007

Le donne sono sempre musica per le mie orecchie...



Oggi mi va di parlare di musica. E' un po' di penso che ci penso, poi tra un casino e l'altro me ne dimentico. Ci sono dischi che non smetto mai di ascoltare ed oggi vorrei parlare di alcune tra le cantanti delle quali le mie orecchie non smettono di deliziarsi: Sade, Sarah Jane Morris e Amalia Grè.
Come dicevo ci sono dischi che varrebbe la pena ascoltare all'infinito ed artisti il cui concerto va oltre i soldi spesi ed il sangue buttato per raggiungere il luogo in cui suonavano (ricordo ancora il viaggio a Milano nel 2002 per andare a vedere il concerto degli US3). Delle voci femminili fantastiche, ognuna di esse mi dà qualcosa, la gravità della voce di Sarah Jane la profondità, la delicatezza di Sade la sensualità e la sottigliezza di Amalia Grè la leggerezza. Tutte sono accompagnate da sonorità jazz che permettono di rilassare anche i caratteri più accelerati ed è per questo che probabilmente sono sempre in macchina con me.
Per i neofiti un piccolo contributo di Sade.


«Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze»
Norberto Bobbio.

domenica 25 marzo 2007

50 anni... e li dimostra tutti!

Auguri all'Unione Europea che compie 50 anni.
Il 25 Marzo 1957 alcuni grandi uomini lungimiranti come Roberto Schuman, Konrad Adenauer e Alcide De Gasperi ebbero il coraggio di porre le basi per la creazione di un'Europa unita.
Il fine era quello di smetterla con il perpetrarsi di massacri inutili che erano il prodotto del razzismo, della xenofobia e del nazionalismo più esasperato.
Oggi di tutto questo per fortuna nessuno parla più, però la cosa che rattrista maggiormente è che l'80% degli Europei non sa di esserlo. Esistono ancora profonde divisioni e la politica non fa altro che aumentarle.
In un mondo sempre più globalizzato si può sperare di contare qualcosa solamente se siamo in tanti (purtroppo è così), ed abbiamo una voce unica con dei valori fondanti comuni.
Con tutti i demeriti che l'UE può avere io continuo a crederci assiduamente. Sono convinto che gente come Altiero Spinelli o Ernesto Rossi non farneticavano a Ventotene, avevano tutti un sogno che allora era follia, ma perché non essere folli anche oggi (come ha detto il prodino, ed una volta tanto devo dargli ragione)?
Quello che mi fa ribrezzo è sempre la solita maledetta scatola che confonde le menti. Oggi la cerimonia del cinquantennale del Trattato di Roma è stata trasmessa su RaiTre, mentre su RaiUno si celebrava la Messa o un programma religioso, e su RaiDue si trasmettevano i mondiali di nuoto Ecco l'importanza che la TV ha dato all'Europa.
Lo so, è vero che nella cerimonia c'era molta retorica (si è visto dall'ordine della sequenza dei discorsi celebrativi: prima Angela Merkel, poi Prodi, quindi Manuel Barroso ed infine Hans Poettering), tuttavia qualcosa di vero nelle loro parole c'era, basta solo cercare...

"Se non avessi incontrato sulla mia strada al momento giusto Salvemini, che mi ripulì il cervello da tutti i sottoprodotti della passione suscitata dalla bestialità dei socialisti e dalla menzogna della propaganda governativa, sarei facilmente sdrucciolato anch'io nei Fasci da combattimento".
Ernesto Rossi

P.S. Come potete vedere ho imparato ad inserire i collegamenti ipertestuali quindi vi potete documentare su tutto quello che scrivo nel blog.
Stepniak

sabato 24 marzo 2007

Due secoli di mito


Quest'anno ricorre il bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi. Purtroppo nella nostro sotto cultura la sua memoria ci riporta ad interminabili ore di lezione a scuola sempre con un occhio socchiuso e l'altro verso l'orologio nella speranza che suonasse la campanella.
Oggi mi ritrovo a parlare di Garibaldi un giorno si ed uno no a lezione eppure ogni volta che ne parlo il sentimento che provo è sempre di orgoglio e fierezza.
E' l'emblema di un uomo che non è mai sceso a compromessi, ha sempre creduto che tutto quello che faceva era giusto ed aveva un tale carisma che faceva presa su chiunque. Gli sono stati tributati onori ovunque eppure oggi le sue idee così moderne sono accantonate da questo ritorno oscurantista della gerarchia ecclesiastica che ha una presa così forte su coloro che ci governano.
Allora ben venga l'iniziativa di Repubblica e l'Espresso (http://marketing.repubblica.it/RISORGIMENTO/index.html) di pubblicare una serie di volumi dedicati al Risorgimento.
Se la memoria traballa perché spopola vallettopoli ed il voyeurismo a pagamento, riprendiamoci la nostra storia, cerchiamo di capire cosa spingeva giovani uomini colti (erano tutti laureati o diplomati) che partivano volontari nelle imprese garibaldine disposti a sacrificare la vita per l'unità nazionale.
Quei ragazzi avevano un sogno, cerchiamo di sognare anche noi.
Oggi più che un aforisma è bene citare il pensiero di Victor Hugo su Garibaldi.

«Uomo in tutta l'accezione sublime del termine»
Victor Hugo

giovedì 22 marzo 2007

God Bless USA!



Le meravigliose foto che si possono ammirare nell'odierno post riguardano il campionato americano di piedi puzzolenti.
Ho scoperto che sono trentadue (e dico 32) anni che questo campionato viene fatto.
E' in questi momenti che ringrazio Iddio di aver fatto ravvedere mio padre e mia madre nel 1982 quando, durante il mio primo viaggio negli USA, i miei parenti avevano proposto loro di trasferirvisi con tutta la mia famiglia ed in una frazione di secondo hanno deciso di mandarli affanculo.

Di seguito l'artico dal Corriere di oggi.
MONTPELIER (Vermont, Usa) - Con le sue Nike maleodoranti ha fatto rivoltare lo stomaco della giuria. E per questo incasserà la bellezza di 2.500 dollari. Katherine Tuck, tredicenne americana, ha vinto l’edizione 2007 di un concorso nazionale dedicato alle scarpe più puzzolenti.
SCARPE «VISSUTE» - Katherine è una ragazzina dello Utah. Ha portato in giro le sue scarpe da ginnastica un po’ dappertutto, per un anno e mezzo. Ci ha giocato a pallone e a basket. Ci ha fatto anche il bagno nel Great Salt Lake, riempiendole di molluschi. Poi si è presentata nel Vermont, giusto in tempo per partecipare alla 32esima edizione del National Odor-Eaters Rotten Sneaker Contest.
IL CONCORSO - Il concorso nazionale si svolge una volta l’anno, sin dal 1975. Oggi è sponsorizzato da un’impresa che produce deodoranti. Alla gara sono ammessi i vincitori di competizioni a livello di Stati federali. Le regole prevedono che le giovani promesse del cattivo odore facciano un bel salto di fronte ai membri della giuria. Poi devono fare una giravolta, togliersi le scarpe e consegnarle ai giurati. Katherine ha sconfitto sei concorrenti, giovanissimi come lei. La madre, Paula Tuck, non riesce a contenere la propria gioia: «Sono così orgogliosa della mia piccola canaglia», dice.

martedì 20 marzo 2007

Finalmente libero!... e noi?


Finalmente hanno liberato Daniele Mastrogiacomo. Sono contento perché una vita è stata salvata.
Tuttavia c'è qualcosa che continua ad ossessionarmi, ed è il resoconto che i media stanno facendo del giornalista.
E' da ieri pomeriggio che mi stanno sfracassando i coglioni cronometrando tutto quello che questo pover'uomo sta facendo, istante per istante.
Stamattina al TG5 delle 08:00 si dava con ansia la notizia che l'ospedale di Emergency nel quale ha dormito Mastrogiacomo era assediato da 150 parenti dell'autista assassinato dai Talebani (embè? non potevano essere straincazzati per quello che era successo al loro caro?), al TG1 delle 13:30 il nuovo allarme dato era che l'aereo di Mastrogiacomo non era ancora partito, insinuando chissà quale possibile arcano potesse esserci dietro.
Questa sera probabibilmente avrà la fila dei PortaPorta-Matrix-Ballarò-AnnoZero che gli sbaveranno dietro proponendogli fior di euri per un'intervista esclusiva che ha già scritto sulle pagine del suo giornale.
E poi?
Aspettiamo un paio di settimane e poi di Mastrogiacomo non sapremo più nulla, inghiottito nelle storie comuni di questa società che metabolizza tutto, onnivora di qualunque cosa possa destare un minimo di interesse, in questa enorme massa di individui solitari che si aggirano in lungo e in largo consumando... fino al prossimo gossip.

"A furia di leccare qualcosa sulla lingua rimane sempre."
Ennio Flaiano.

domenica 11 marzo 2007

Sacro e Profano













Eccomi qui dopo un po' di giorni. Purtroppo il lavoro chiama ed il tempo libero è sempre meno libero.
Oggi parliamo di Sacro e Profano perché ho voglia di riflettere un po' sulle fobie che attangliano la Chiesa Cattolica contemporanea.
Penso che le immagini più emblematiche per rappresentare la realtà italiana siano la faccia di Ruini ed il culo di Serena Grandi (dei tempi d'oro chiaramanente).
L'italiano medio (alias il clerico-fascista) è una figura molto rustica, dice no ai DICO per difendere la famiglia come ce l'ha imposta Dio (ma sarà poi vero?) e nel frattempo non nega l'occhietto arrapatello alla collega bonazza sul posto di lavoro e se può alla prima occasione se ne fotte della famiglia e cerca di dare una botta alla prima che gli capita a tiro (per tale motivo è aumentato il flusso migratorio dall'est Europa verso l'Italia di signore molto carine in cerca di fortuna).
I nostri degni rappresentanti-dipendenti in Parlamento fanno il resto del lavoro sporco creando ancora più casino se mai ci fosse stato qualcosa di chiaro nelle cose italiane.
Oggi su Repubblica
www.repubblica.it/2007/03/sezioni/politica/coppie-di-fatto-5/chiesa-pascal/chiesa-pascal.html
Eugenio Scalfari espone lei sue belle idee laico-intellettuali, ma purtroppo mi rendo sempre più conto che appartengono ad una nicchia che interessa pochissime persone che hanno il cervello non solo per dividere le orecchie.
Quello che mi chiedo è se sarà mai possibile riuscire a trasmettere un messaggio a tutti gli italiani e smuovere le loro coscienze, ed è a questo punto che preferisco ricordarmi di Serena Grandi.

P.S. Ho scoperto un sito fantastico attraverso il quale si può vedere e studiare uno tra i più grandi artisti di tutti i tempi, il Caravaggio.
Fateci un giro se potete:
www.caravaggio.rai.it/ita/demo.htm

"Quando non c'è energia non c'è colore, non c'è forma, non c'è vita"
Caravaggio.

mercoledì 7 marzo 2007

E' morto Baudrillard


Oggi c'è stata una grossa perdita per l'umanità intera: è morto Jean Baudrillard, uno dei più grandi filosofi esistenti ancora in vita.
E' stato uno dei pochi che, sempre in controtendenza con i tempi che corrono, ci ha ricordato che l'attualità va osservata e non vissuta, perché la spiegazione scientifica, la razionalità e la religione arrivano ad un punto oltre il quale non possono fornire più nessuna spiegazione.
Di seguito il coccodrillo apparso oggi su Repubblica scritto da Franco Volpi (eminente filosofo italiano massimo esperto di Schopenauer).

Era uno degli ultimi maîtres-à-penser ancora lucidi e attivi della generazione intellettuale postsartriana, pronto a intervenire nelle questioni più scottanti dell'attualità. In presenza di un fenomeno nuovo da interpretare, quando scoppiava un caso, se sopraggiungeva qualcosa di straordinario, un fatto o un evento di fronte a cui l'intelligibilità assicurata dalle normali categorie dell'analisi sociale vacillava, Baudrillard era tra i primi a prendere la parola e ad arrischiare una lettura, un'ipotesi, un'interpretazione.
Germanista di formazione, aveva trascorso qualche anno in Germania dedicando tra l'altro alla traduzione in francese di testi di Hölderlin, Peter Weiss e Bertold Brecht. Tornato in Francia, nel 1966 era stato chiamato da Henri Lefebvre come suo assistente all'università di Paris-Nanterre, avvolta in clima surriscaldato per il montare della protesta studentesca e l'affermarsi della rivoluzione sessantottina. La sua tesi di dottorato, Le système des objets, è lavoro sociologico a suo modo geniale e innovativo, ma eccentrico rispetto ai canoni della disciplina e insufficiente ad aprirgli la carriera universitaria.
Dopo un periodo passato a insegnare tedesco nelle scuole, Baudrillard fu nominato docente di sociologia, acquistando carisma e autorevolezza, ed essendo invitato a tenere lezioni e conferenze nelle principali università europee e americane. Ma dovettero trascorrere ben due decenni prima che nel 1987 la sua thèse d'état, con cui divenne professore a pieno titolo, fosse accettata e presentata da Georges Balandier alla Sorbona. Fu un riconoscimento tardivo, che non gli fornì il motivo per impegnarsi nella vita accademica bensì il pretesto per allontanarsene definitivamente e dedicarsi alla propria attività di libero scrittore e analista, dirigendo tra l'altro la rivista Traverse.
I suoi saggi - incisivi e strutturati i primi, poi sempre più fulminanti e istantanei, ma di corto respiro e a volte di una dogmatica vaghezza - hanno comunque segnato in modo profondo la vita intellettuale contemporanea e la rappresentazione culturale del nostro tempo. Penso per esempio a L'échange symbolique et la mort, uscito nel 1976, che analizza il sistema dei segni, la loro funzione sociale, il loro inesausto e infinito richiamarsi in un vuoto e inane rispecchiamento di valori simbolici che risucchiano e consumano le cose. Con la nascita dell'illusione di uno scambio simbolico infinito, in cui i segni fagocitano e dissolvono le realtà significate, ormai incapaci di resistere all'urto dell'onda irreale. E in cui il discorso diventa, anziché la tematizzazione di un referente oggettivo, un satellite dell'immaginario.
Passando in rassegna fenomeni che si impongono con "oscena evidenza", come la moda o lo sfruttamento dei corpi nella pubblicità, Baudrillard si erge a lungimirante analista di un mondo, quello postmoderno, o "post-istorico" come preferiva dire (L'illusion de la fin, 1992), che presto sarebbe stato permeato dal virtuale, e in cui già lui vedeva prevalere e dominare l'irrealtà sulla realtà, cioè la parvenza e i simulacri sulle cose. Solo la morte - sosteneva allora - potrebbe offrire un arresto alla espropriazione e alla perdita di senso che ha luogo nella circolazione dell'irreale senza senso, duplicabile, riproducibile ed espandibile all'infinito.
Questo spiraglio di senso, che sarebbe stata la morte, veniva definitivamente chiuso in un altro suo celebre lavoro: Les stratégies fatales, apparso nel 1983. L'accelerazione dei processi sociali di scambio e di circolazione dell'irreale è qui dichiarata ormai un processo inarrestabile, ingovernabile, fatale. Alimentata dai meccanismi del desiderio, della seduzione e del consumo, in cui i soggetti diventano pedine impotenti di un gioco sistemico che non solo non riescono più a governare, ma da cui sono inesorabilmente governati, l'irrealtà, cioè la virtualità, dilaga in modo incontenibile e incontrollabile. Senza la possibilità di congetturare né un happy end né qualcosa come un buco nero sociale in cui l'ordine attuale imploda.
Tanto più sorprendente è stato perciò il suo instancabile stare a ridosso del Nuovo che emergeva, offrendo scorci, spunti, intuizioni e analisi, che solo in apparenza si presentavano come disparate o perfino svogliate, ma che in realtà testimoniano di un impegno costante, diventato uno stile di vita e di pensiero.
Ma che fare? Anzi, che dire? Quale prassi e quale teoria sono praticabili di fronte all'odierno spettacolo della società globalizzata e informatizzata? Di fronte all'evaporare e al dissolversi sempre più evidenti del reale nel virtuale? Negli ultimi tempi - diciamo a partire dal brevissimo ma folgorante Amérique (1986) per arrivare alla sequela delle Cool Memories (I-V, 1980-2005) - Baudrillard aveva preferito come strategia di analisi il diario, il racconto del proprio transitare di esperienza in esperienza, di osservazione in osservazione. Forse per un vezzo letterario, in cui il rigore dell'analisi inclina e si piega all'estetica della scrittura. O forse perché l'unico modo per attraversare la nostra realtà ormai refrattaria a ogni tentativo di trasformazione consapevole e guidata, e perfino a ogni speranza di senso e di intelligibilità, è il "puro viaggiare". Il semplice stare a guardare e scrutare, senza pretendere di giudicare e tanto meno di discriminare il Bene dal Male, come Baudrillard scrisse con coraggio dopo l'11 settembre (L'esprit du terrorisme, 2002). Il puro osservare, il semplice posarsi dell'occhio sulle cose, per prendere parte al Nuovo e fruirne. Senza nostalgie né rimpianti per il passato lasciato alle spalle e definitivamente trascorso, senza speranze per il futuro che incombe.
C'è qualcosa che possiamo dire di avere imparato da tale controverso maestro cui è stato dedicato perfino un Cahier de l'Herme (2005), tanto intuitivo e preveggente quanto vago e volatile? Certo, almeno questo: che quando le cose sono soltanto quello che sembrano, presto ci sembreranno essere ancor meno. E che in un mondo del genere non ci rimane che essere indifferenti senza cinismo e appassionati senza entusiasmo.

"Il corpo è vezzeggiato, coccolato, nella certezza perversa della sua inutilità, nella certezza totale della sua non-risurrezione."
Jean Baudrillard.

martedì 6 marzo 2007

Sarcofago 2 e Ballarò


Sto cercando in tutti i modi di comprare casa, sembra un'odissea infinita, eppure sono solo 35 mq e per di più a Cassino!
Durante questa telenovelas privata, stasera m'imbatto in Ballarò.
Era un po' di tempo che non lo guardavo perché già un annetto fa aveva iniziato ad annoiarmi, soprattutto perché il buon Floris penso abbia iniziato un po' a montarsi la testa, come tutte le persone alle quali tutti dicono bravo, ed ha trasformato un programma di approfondimento socio-politico in un novello Colosseo del nuovo millennio, nel quale le belve che si scannano tra loro (virtualmente) sono i soliti volti che giornalmente ci sfracassano i coglioni dai TG dicendo la loro anche su come dobbiamo scopare.
La puntata di stasera metteva a confronto la più bella che intelligente Rosy Bindi alla più stupida che bella Stefania Prestigiacomo.
I miei testicoli hanno resistito trenta minuti, il tempo cioè che il mio stomaco si riempiva di cibo, e poi, quando i neuroni hanno ricominciato a funzionare correttamente avendo ricevuto le energie necessarie, sono tornato in me ed ho preferito spegnere la TV.
Si parlava di case e dopo il servizio di turno che faceva vedere il solito povero cristo che viveva in una roulotte alla periferia di Roma con moglie e due figli, iniziava la solita carovana di rimpalli di responsabilità tra i due schieramenti che raggiungeva punte di urla che anche a voce bassissima rompevano i timpani.
Dalla mezz'ora vista l'unica cosa che ho capito è che se non mi do da fare da solo la casa me la sogno con il binocolo che tanto questi urlano e starnazzano ma la sera se ne tornano tranquilli e contenti nelle loro belle casette calde al centro della città e se ne fottono se uno fa i salti mortali per pagarsi il mutuo o l'affitto.


"Non si può vivere senza una scena politica, e quando questa non c’è come in Italia, emerge allora la necessità di una finzione di scena politica. E, per renderla credibile a chi non ci crede, si esagerano gli effetti: in assenza di cause e anche di idee, si è deciso di calcare appunto la mano e la voce sugli effetti."
Jean Baudrillard.
"Il mondo è un libro e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina."
Sant'Agostino.

domenica 4 marzo 2007

W l'Italia!


C'è una parte di giornalismo che ritengo ancora sia di valore, ed è il giornalismo d'inchiesta, quello che si faceva diversi anni fa, per il quale persone hanno dato anche la vita.
Questo giornalismo è quello che a me piace da morire, e che ci racconta veramente come funziona il nostro paese.
Stasera è iniziato il nuovo ciclo di "W l'Italia!", programma-documentario-inchiesta sui paradossi italiani di un'ottimo giornalista: Riccardo Iacona.
La prima puntata era intitolata "pane e politica" ed è la prima parte di una seconda che sarà trasmessa domenica prossima.
La puntata di questa sera mi ha riportato a tempi andati in cui nella Napoli dei Scotti-Gava-Pomicino-De Lorenzo lavoravano a pieno ritmo i "portatori di voti", ossia poveri disperati lacchè di un potenziale potente che giravano casa per casa chiedendo voti in cambio di favori futuri.
Nella puntata di stasera questa realtà è stata raccontata in Calabria alla vigilia delle elezioni per il sindaco di Catanzaro.
Sono storie vecchie note a tutti ma che ci mostrano che la musica è sempre la stessa: si nasce, si vive e si muore democristiani, perché il fine di tutto è una poltrona, da conquistare e difendere coi i denti, dalla quale mangiare e far mangiare.

"A proposito di politica... ci sarebbe qualcosa da mangiare?"
Totò.

sabato 3 marzo 2007

Finalmente un po' di qualità


Devo dire che quest'anno Sanremo non mi dispiace tanto. E' un festival di notevole qualità e, a giudicare dai sondaggi, sembra che anche la gente lo abbia capito.
Quest'anno, a differenza degli altri, sto seguendo tutte le serate (gli altri anni non vedevo manco la proclamazione del vincitore), e se togliamo gli intermezzi inutili, cioè Meneguzzi, D'Alessio, Al Bano e la famiglia Facchinetti (da utilizzare allo stesso modo di come si utilizzano le pause pubblicitarie, cioè andando al bagno o a lavarsi i denti), ogni sera scopro nuove cose.
Le serate più interessanti sono state le ultime due, ed in particolare quella dei duetti e quella di ieri sera.
In particolare i duetti sono stati molto belli, e mi hanno ricordato il festival di alcuni anni fa quando vinse Riccardo Cocciante con "Se stiamo insieme".
Ricordo che era anche quella l'edizione dei duetti soprattutto perché la canzone di Cocciante fu interpretata da Sarah Jane Morris in inglese con il titolo "I'm missing you", ed è entrata nella compilation di Sarah "I'm a woman" che ho in macchina e che consumo giornalmente.
I duetti di giovedì hanno migliorato di una pista tutte le canzoni (esclusi i soliti MeneguzziFacchinettiAlBanoZeroAssolutoecc...), ma ai massimi livelli metto in assoluto Amalia Grè con Mario Biondi (ma perché c... non è stata portata in duetto come canzone concorrente!?!).
La voce di Mario Biondi è incredibile su quel pezzo ed Amalia ne guadagna.
Subito dopo metto Tosca e Cristicchi a pari merito; la prima, perché le sonorità mi ricordano il grande Vinicio, ed il secondo perché ormai è da inserire tra i migliori cantanti che la scena italiana ha prodotto.
Altre belle canzoni in ordine sparso sono quelle di Milva, Concato, Stadio, Silvestri, Nada, Paolo Rossi, Johnny Dorelli e Antonella Ruggiero.

venerdì 2 marzo 2007

Beccato anche il "secondo" furbetto.


Dopo il "signor Falchi", alias Stefano Ricucci, anche il secondo furbetto del quartierino è stato beccato.
Ad ogni modo, colpevole o meno che sia, onore e gloria a quest'altro grande Italiano Fottitore del 2007, il cui patrimonio, se ho capito bene, ammonterebbe a qualche miliarduccio (di euro, non di lire) e dopo un po' di fresco avrà tutto il tempo di goderselo, avendo appena 38 anni.

Di seguito ecco una breve biografia (da Wikipedia) ed il resoconto dei fatti (da Repubblica del 01/03/07):

Biografia.
Danilo Coppola (Roma, 25 maggio 1967) è un immobiliarista italiano, che fa parte del gruppo dei cosiddetti "furbetti del quartierino". È sposato e ha una figlia.
Negli ultimi anni, diverse sono le partecipazioni azionarie che ha acquistato; iniziando col 3% della BNL nel settembre 2003.
Il 13 aprile 2004 Danilo Coppola acquisisce il 2,115% di azioni della A.S. Roma s.p.a.; 2 giorni dopo arriva fino al 2,5%. Coppola acquista dal presidente della A.S. Roma l'hotel Cicerone (in via Cicerone, vicino Castel Sant'Angelo) per 70 milioni di Euro. A Roma possiede anche l'albero a cinque stelle Daniel's, in Via Frattina, vicino a Piazza di Spagna.
Il 20 gennaio 2005 compra il 65% delle azioni di Ipi s.p.a. da Luigi Zunino e lancia l'Opa obbligatoria sul resto delle azioni. Dal 10 marzo al 1 aprile 2005 i piccoli azionisti possono vendere le loro azioni alla Finpaco di Coppola al prezzo di 5,6 Euro per azione. Dopo l'Opa Coppola arriva a detenere il 74,448% di Ipi s.p.a.
L'1 marzo 2007 viene arrestato e portato nel carcere di Regina Coeli con l'accusa di bancarotta, riciclaggio, associazione a delinquere e appropriazione indebita.

Cronaca (da Repubblica del 01/03/07).
Danilo Coppola, l'immobiliarista romano azionista tra l'altro di Mediobanca, è stato arrestato dal Nucleo valutario della Guardia di Finanza con l'accusa di bancarotta, associazione a delinquere, riciclaggio e appropriazione indebita. Coppola è stato fermato nella sua residenza di Grottaferrata, ai Castelli Romani. L'inchiesta fa riferimento a un 'buco' di bilancio creato attraverso una serie di operazioni di compravendita che ha determinato uno svuotamento delle casse di una società per 130 milioni di euro. A questa somma vanno aggiunti altri 72 milioni di mancato versamento di imposte, di cui circa 40 relativi all'Iva e il resto alle imposte dirette.
Sette in manette. Con Coppola sono state arrestate altre sei persone, una risulta irreperibile, due sono commercialisti. Cinque gli indagati. Tra gli arrestati ci sono anche alcuni collaboratori di Coppola: Andrea Raccis, Giancarlo Tumino, Gaetano Bolognese, Francesco Bellocchi (ex cognato di Stefano Ricucci attualmente in causa con l'immobiliarista). Ordinanze di custodia cautelare anche per il cognato di Coppola, Luca Necci, di Daniela Candeloro e Alfonso Ciccaglione. Nel corso del blitz sono stati sequestrati, inoltre, 70 milioni di euro in titoli e quote societarie riconducibili alle società della galassia dell'immobiliarista.
Le indagini. Le misure chieste dai pm della Procura di Roma, Giuseppe Casini e Lucia Lotti, sono emesse dal gip Caivano. L'inchiesta nei confronti dell'immobiliarista romano riguardano una serie di società dell'impero finanziario dello stesso Coppola che sarebbero state fatte fallire creando un "buco" di 130 milioni di euro. Secondo la ricostruzione del nucleo speciale di polizia valutaria e del comando provinciale della guardia di finanza, la società Micop (intestata ad un prestanome di Coppola) e altre 6 società sarebbero state "svuotate". L'immobiliarista ha trasferito recentemente sei società in Romania, per ostacolare le indagini
Le risorse finanziarie, pari a 130 milioni di euro, sarebbero state sottratte attraverso una serie di operazioni che utilizzavano lo stesso meccanismo. Una società acquistava un immobile, lo rivendeva a un'altra al doppio o al triplo, ipervalutandolo. La seconda società, per acquistarlo, accendeva un mutuo e i soldi dalla stessa pagati sparivano. Gli investigatori hanno accertato che la prima società, che distraeva il denaro, non pagava le tasse, mentre l'altra che comprava si portava a credito le imposte. Un modo per generare liquidità.
Indagato anche a Torino. L'immobiliarista era stato iscritto nel registro degli indagati nella procura di Roma oltre un anno fa per il reato di false comunicazioni sociali e nei giorni scorsi Coppola era stato indagato anche dalla procura di Torino per aggiotaggio informative.
Editore "duro". Coppola è anche proprietario di "Finanze e Mercati": proprio ieri ha licenziato il direttore, accusandolo "di volergli mettere contro la redazione". Osvaldo De Paolini aveva scritto ai giornalisti, dicendo che le pressioni dell'editore si erano fatte "insostenibili". Il direttore, che possiede comunque il 46% del quotidiano, si dichiara "incredulo" per l'arresto.
Azioni sospese e sequestrate. Le azioni Ipi, che fanno capo a Coppola, sono state sospese dalle contrattazioni a Piazza Affari. 818 mila azioni Mediobanca sequestrate; oltre quattro milioni e mezzo quelle in portafoglio della As Roma; due milioni e 800 mila quelle della società 'Bim'; tre milioni e 818 mila quelle targate Ipi. Sequestrato anche il 30 per cento delle azioni dell'Hotel Cicerone. Il valore nominale del pacchetto azionario è di 70 milioni di euro.
Intercettava la fidanzata. Coppola aveva in dotazione quattro cellulari modificati, uno dei quali utilizzato per intercettare la fidanzata. Per questo i magistrati hanno ipotizzato il reato che punisce "l'installazione di apparecchiature per intercettare od impedire comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche". Questa apparecchiatura consentiva che i messaggi e le telefonate ricevute dalla fidanzata, che aveva ricevuto in regalo il cellulare, fossero anche deviati a Coppola.
I prestanome. Danilo Coppola si serviva di numerosi romeni, alcuni dei quali residenti in Romania. Tra i prestanome ci sono un portiere d'albergo, un muratore romeno e sua moglie, una domestica, che risulterebbe a servizio dalla madre del finanziere. Secondo gli inquirenti, le banche sapevano benissimo che dietro i prestanome si nascondesse Coppola.
Il ruolo delle banche. Secondo l'agenzia Ansa, i cospicui finanziamenti e mutui agevolati erogati da Unicredit che consentirono operazioni 'infragruppo' a Danilo Coppola, sono all'attenzione degli investigatori della capitale. Per ora non vi sarebbe alcun indagato, ma l'inchiesta continua.
(1 marzo 2007)

"Vorrei meno corruzione o più occasioni per parteciparvi."
Ashleigh Brilliant

giovedì 1 marzo 2007

Totò Savio


Stamattina ho scoperto chi è Totò Savio e cosa ha fatto durante la sua vita. Ammetto l'ignoranza, molti riterranno inammissibile che un napoletano nonché cultore degli Squallor non lo sappia, tuttavia quello che mi ha scioccato è il fatto che costui ha scritto anche un sacco di pietre miliari della canzone popolare italiana.
Di seguito la biografia tratta dal suo sito www.totosavio.it

Gaetano Savio, in arte Totò, nasce a Napoli il 18 novembre del 1937.
Fin da piccolissimo strimpella la chitarra, a dodici anni prende lezioni da un maestro posteggiatore napoletano che insegna gratuitamente ai bambini. Nel '55, ancora minorenne, fa un provino per il complesso di Marino Marini e viene scelto come chitarrista; suona prima in Francia (dove conosce la moglie Jacqueline) e poi in tutta Europa riscuotendo un grosso successo. Agli inizi degli anni sessanta, ristabilitosi a Napoli, forma un suo gruppo, si esibisce nei locali della città e comincia la sue attività di compositore di musica per canzoni.
Nel '66 scrive “cuore matto” che viene presentata al festival di Sanremo interpretata da Little Tony e che ottiene solo l'ultimo posto. Le vendite però rendono merito alla canzone, che raggiunge i primi posti in classifica ed ottiene quella popolarità che ancora oggi la contraddistingue.
Grazie al grande successo della canzone si trasferisce a Roma e lì continua l'attività di autore e poi di produttore. Negli anni settanta scrive canzoni per: Massimo Ranieri (“erba di casa mia”, “vent'anni” ed altre), Franco Califano (“l'ultimo amico va via” e altre in romanesco), I Camaleonti (“cuore di vetro” Sanremo), Roberto Carlos (“un gatto nel blu” Sanremo), Il Giardino Dei Semplici dei quali è anche produttore (“miele”e altre).
Sempre nei settanta, insieme a tre amici\colleghi (Pace, Bigazzi e Cerruti), realizza il lato B di un disco di Renzo Arbore; è un pezzo ironico ed irriverente, e si divertono tanto da pensare di non farla finita li': nascono gli Squallor. Il gruppo sforna una decina di album soprattutto nelgi anni '80. Riscuote un notevole successo che porta alla produzione di due film (“arrapaho” e “uccelli d'Italia”) oggi cultmovie del cinema trash. Gli Squallor diventano un fenomeno; spesso bollati come volgari da chi non ha saputo capire lo spirito goliardico e tagliente che pervade la loro produzione, raggiungono comunque le vette delle classifiche italiane, mettendo in seria difficoltà le varie classifiche televisive dell' epoca che facevano i salti mortali per riuscire a trasmettere alcuni secondi dell' album che non risultassero troppo forti per la tv. Negli Squallor Totò Savio è autore di tutte le musiche, interprete delle canzoni e produttore.
Realizza un album come solista alla fine degli anni '70 dal titolo "ritratto di donna", il cui singolo è la sigla finale del telefilm "Diagnosi". Negli anni '80 produce e scrive per Loretta Goggi (“maledetta primavera” seconda a Sanremo '81) e scopre Michele Zarrillo (“su quel pianeta libero” “una rosa blu” poi recuperati da Zarrillo nel '97); scrive inoltre la colonna sonora del film "La patata bollente" con Renato Pozzetto e Massimo Ranieri, che canta lui stesso con la voce contraffatta e firmata con uno pseudonimo .
Nei '90 è direttore musicale per la rai in trasmissioni come “cocco” “rimini rimini” e “bellissima italiana” di cui scrive anche le sigle. Collabora con Renato Zero, Milva, El Puma e con tanti altri artisti. Nel frattempo comincia la lunga malattia per la quale finisce il 25 luglio 2004.

"Sono conscio dello stato della mia ignoranza e pronto a imparare da chiunque, indipendentemente dalla sua qualifica."
Isaac Asimov