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domenica 27 gennaio 2008

Memoria o attualità?











Oggi è l'anniversario della Shoah, sono passati ben 62 anni dall'ingresso dell'Armata Rossa ad Aushwitz, eppure le due foto a lato esprimono sia l'orrore di 62anni fa che quello attuale in Darfur. La memoria sembra scomparire, tuttavia probabilmente è normale, se gli orrori del presente nemmeno li vediamo. Avevo intenzione di parlare delle sterili beghe della nostra inutile classe politica ma alla fine mi sono reso conto che non me ne frega una emerita mazza.
Voglio solo rendere omaggio ai milioni di morti di sessant'anni fa e alle povere vittime innocenti che oggi muoiono nella nostra indifferenza.

P.S. Il Corriere della Sera on line qualcosa sul giorno della memoria l'ha messo ma Repubblica, al di là delle solite troie da calendario rattuso (che gli fa avere molti link in modo da potersi dichiarare il primo portale italiano per l'informazione), non ne ha parlato per nulla.

"Se con l'olocausto Dio ha scelto di interrogare l'uomo, spetta a questi rispondere con una ricerca che ha dio per oggetto." Elie Wiesel.


« Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso.
Mai. »
Elie Wiesel. (Tratto da La notte, edizione italiana La Giuntina, Firenze, pp. 39-40)

sabato 19 gennaio 2008

Vasa vasa che ti passa




Anche Totò Cuffaro "Vasa vasa" ce l'ha fatta. Francamente non riesco a capire che differenza ci sia tra il reato di favoreggiamento semplice al singolo mafioso (reato per il quale è stato condannato) e favoreggiamento aggravato per aver favorito tutta cosa nostra.
Sono cose che non capirò mai perché forse la nostra società è sempre più complessa e quindi si può favorire un mafioso senza saperlo, soprattutto quando si è stati eletti da 1.300.000 persone (su una popolazione di 5.000.000) e quindi è normale non conoscere mafiosi.
Oggi più sei colluso e più sei impunito.
L'impunità è una prerogativa dei collusi e va bene così, anzi sicuramente il culo lo faranno al povero cristo che vive di piccoli espedienti perché quello dev'essere il capro espiatorio della nostra lurida coscienza.
Andiamo avanti così, auguri Sicilia, a te e soprattutto al tuo popolo che ha tanto bisogno di "vasa vasa".

"Tutti i nodi vengono al pettine. Quando c'è il pettine."
Leonardo Sciascia.

martedì 15 gennaio 2008

Ancora sulla monnezza...


Oggi aggiungo un altro post poiché sono sempre più disgustato dalla situazione in atto in Campania.
Oggi parlo di Alfredo Mazza e del suo studio sul "Triangolo della Morte" che non si riferisce a quello delle Bermuda, bensì al triangolo Acerra-Nola-Marigliano.
Essendo zone che ho frequentato personalmente ai tempi del mitico Caffè & Cazzeggio sono troppo addolorato per non parlarne.
Lo studio del dott. Mazza risale al 2004 e per la sua coraggiosa ricerca è stato anche licenziato dalla protezione civile!
Ecco un altro bel resoconto qui.
"Il bene dello Stato è la sola causa di questa produzione."

Il viandante nella vigna del Signore... o nella nostra?


E' un po' di tempo che il nostro beneamato Papa confonde la vigna del Signore nella quale si trova ad essere il viandante, con la nostra vigna. Per questo motivo ritengo giusta la presa di posizione di alcuni docenti della Sapienza di affermare l'inopportunità della sua presenza all'inaugurazione dell'Anno Accademico.

Di seguito riporto la lettera del Prof. Cini (professore emerito di Fisica Teorica) al Rettore della Sapienza che meglio di qualunque altra cosa può rendere l'idea.

"Signor Rettore, apprendo da una nota del primo novembre dell'agenzia di stampaApcom che recita: «è cambiato il programma dell'inaugurazione del 705esìmo Anno Accademico dell'università di Roma La Sapienza, che in un primo momento prevedeva la presenza del ministro Mussi a ascoltare la Lectio Magistralis di papa Benedetto XVI». Il papa «ci sarà, ma dopo la cerimonia di inaugurazione, e il ministro dell'Università Fabio Mussi invece non ci sarà più».
Come professore emerito dell'università La Sapienza - ricorrono proprio in questi giorni cinquanta anni dalla mia chiamata a far parte della facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali su proposta dei fisici Edoardo Amaldi, Giorgio Salvini e Enrico Persico - non posso non esprimere pubblicamente la mia indignazione per la Sua proposta, comunicata al Senato accademico il 23 ottobre, goffamente riparata successivamente con una toppa che cerca di nascondere il buco e al tempo stesso ne mantiene sostanzialmente l'obiettivo politico e mediatico.
Non commento il triste fatto che Lei è stato eletto con il contributo determinante di un elettorato laico. Un cattolico democratico - rappresentato per tutti dall'esempio di Oscar Luigi Scalfaro nel corso del suo settennato di presidenza della Repubblica - non si sarebbe mai sognato di dimenticare che dal 20 settembre del 1870 Roma non è più la capitale dello stato pontificio. Mi soffermo piuttosto sull'incredibile violazione della tradizionale autonomia delle università - da più 705 anni incarnata nel mondo da La Sapienza dalla Sua iniziativa.
Sul piano formale, prima di tutto. Anche se nei primi secoli dopo la fondazione delle università la teologia è stata insegnata accanto alle discipline umanistiche, filosofiche, matematiche e naturali, non è da ieri che di questa disciplina non c'è più traccia nelle università moderne, per lo meno in quelle pubbliche degli stati non confessionali. Ignoro lo statuto dell'università di Ratisbona dove il professor Ratzinger ha tenuto la nota lectio magistralis sulla quale mi soffermerò più avanti, ma insisto che di regola essa fa parte esclusivamente degli insegnamenti impartiti nelle istituzioni universitarie religiose. I temi che sono stati oggetto degli studi del professor Ratzinger non dovrebbero comunque rientrare nell'ambito degli argomenti di una lezione, e tanto meno di una lectio magistralis tenuta in una università della Repubblica italiana. Soprattutto se si tiene conto che, fin dai tempi di Cartesio, si è addivenuti, per porre fine al conflitto fra conoscenza e fede culminato con la condanna di Galileo da parte del Santo ufficio, a una spartizione di sfere di competenza tra l'Accademia e la Chiesa. La sua clamorosa violazione nel corso dell'inaugurazione dell'anno accademico de La Sapienza sarebbe stata considerata, nel mondo, come un salto indietro nel tempo di trecento anni e più.
Sul piano sostanziale poi le implicazioni sarebbero state ancor più devastanti. Consideriamole partendo proprio dal testo della lectio magistralis del professor Ratzinger a Ratisbona, dalla quale presumibilmente non si sarebbe molto discostata quella di Roma. In essa viene spiegato chiaramente che la linea politica del papato di Benedetto XVI si fonda sulla tesi che la spartizione delle rispettive sfere di competenza fra fede e conoscenza non vale più: «Nel profondo.., si tratta - cito testualmente - dell'incontro tra fede e ragione, tra autentico illuminismo e religione. Partendo veramente dall'infima natura della fede cristiana e, al contempo, dalla natura del pensiero greco fuso ormai con la fede, Manuele II poteva dire: Non agire "con il logos" è contrario alla natura di Dio».
Non insisto sulla pericolosità di questo programma dal punto di vista politico e culturale: basta pensare alla reazione sollevata nel mondo islamico dall'accenno alla differenza che ci sarebbe tra il Dio cristiano e Allah - attribuita alla supposta razionalità del primo in confronto all'imprevedibile irrazionalità del secondo - che sarebbe a sua volta all'origine della mitezza dei cristiani e della violenza degli islamici. Ci vuole un bel coraggio sostenere questa tesi e nascondere sotto lo zerbino le Crociate, i pogrom contro gli ebrei, lo sterminio degli indigeni delle Americhe, la tratta degli schiavi, i roghi dell'Inquisizione che i cristiani hanno regalato al mondo. Qui mi interessa, però, il fatto che da questo incontro tra fede e ragione segue una concezione delle scienze come ambiti parziali di una conoscenza razionale più vasta e generale alla quale esse dovrebbero essere subordinate. «La moderna ragione propria delle scienze naturali - conclude infatti il papa - con l'intrinseco suo elemento platonico, porta in sé un interrogativo che la trascende insieme con le sue possibilità metodiche. Essa stessa deve semplicemente accettare la struttura razionale della materia e la corrispondenza tra il nostro spirito e le strutture razionali operanti nella natura come un dato di fatto, sul quale si basa il suo percorso metodico. Ma la domanda {sui perché di questo dato di fatto) esiste e deve essere affidata dalle scienze naturali a altri livelli e modi del pensare - alla filosofia e alla teologia. Per la filosofia e, in modo diverso, per la teologia, l'ascoltare le grandi esperienze e convinzioni delle tradizioni religiose dell'umanità, specialmente quella della fede cristiana, costituisce una fonte di conoscenza; rifiutarsi a essa significherebbe una riduzione inaccetabile del nostro ascoltare e rispondere».
Al di là di queste circonlocuzioni (i corsivi sono miei) il disegno mostra che nel suo nuovo ruolo l'ex capo del Sant'uffizio non ha dimenticato il compito che tradizionalmente a esso compete. Che è sempre stato e continua a essere l'espropriazione della sfera del sacro immanente nella profondità dei sentimenti e delle emozioni di ogni essere umano da parte di una istituzione che rivendica l'esclusività della mediazione fra l'umano e il divino. Un'appropriazione che ignora e svilisce le innumerevoli differenti forme storiche e geografiche di questa sfera così intima e delicata senza rispetto per la dignità personale e l'integrità morale di ogni individuo.
Ha tuttavia cambiato strategia. Non potendo più usare roghi e pene corporali ha imparato da Ulisse. Ha utilizzato l'effige della Dea Ragione degli illuministi come cavallo di Troia per entrare nella cittadella della conoscenza scientifica e metterla in riga. Non esagero. Che altro è, tanto per fare un esempio, l'appoggio esplicito del papa dato alla cosiddetta teoria del Disegno Intelligente se non il tentativo - condotto tra l'altro attraverso una maldestra negazione dell'evidenza storica, un volgare stravolgimento dei contenuti delle controversie interne alla comunità degli scienziati e il vecchio artificio della caricatura delle posizioni dell'avversario - di ricondurre la scienza sotto la pseudo-razionalità dei dogmi della religione? E come avrebbero dovuto reagire i colleghi biologi e i loro studenti di fronte a un attacco più o meno indiretto alla teoria danwiniana dell'evoluzione biologica che sta alla base, in tutto il mondo, della moderna biologia evolutiva?
Non desco a capire, quindi, le motivazioni della Sua proposta tanto improvvida e lesiva dell'immagine de La Sapienza nel mondo. Il risultato della Sua iniziativa, anche nella forma edulcorata della visita del papa (con «un saluto alla comunità universitaria») subito dopo una inaugurazione inevitabilmente clandestina, sarà comunque che i giornali del giorno dopo titoleranno (non si può pretendere che vadano tanto per il sottile): «Il Papa inaugura l'Anno Accademico dell'Università La Sapienza».
Congratulazioni, signor Rettore. Il Suo ritratto resterà accanto a quelli dei Suoi predecessori come. simbolo dell'autonomia, della cultura e del progresso delle scienze."


Marcello Cini

domenica 13 gennaio 2008

Buon 2008 ...

Volevo cominciare questo 2008 commentando anche io le vicende della "monnezza" napoletana ... poi mi sono imbattuto in questo video - Viola Valentino in Comprami (1979) ...

domenica 6 gennaio 2008

BASTAAAAAAAAA!!! ANDATE VIA!!!





Ci state uccidendo, basta Bassolino e Russo Jervolino, ve ne dovete andare!!!

E Johnny prese il fucile



Il video sopra riportato è "One" dei Metallica.
Oggi mi piacerebbe soffermarmi sugli orrori della guerra ed in particolare sugli spezzoni del film trasmessi nel video, film al quale si ispira anche la canzone dei Metallica.
Il film è "Johhny got his gun" la cui traduzione italiana è il titolo del post.
Questo film è stato fatto nel 1971 da colui che ne aveva scritto il romanzo nel 1939, americano che gli americani avevano ostracizzato, Dalton Trumbo.
Leggere il libro o vedere il film forse è quanto di più persuasivo si possa avere per fugare qualunque retorica militaristica e bellica.
La trama del libro e del film la si può trovare qui.
Basti sapere che racconta la vita di un ragazzo americano Joe Benham, che, colpito da una cannonata nell'ultimo giorno della guerra 1914-18, perde gambe, braccia e parte del viso, cioè vista, olfatto, udito e parola, diventando un troncone di carne pensante.
Un altro aspetto fondamentale di quest'opera è l'interrogativo sull'esistenza di Dio e l'eutanasia.

ONE Metallica.

I Can't Remember Anything
Can't Tell If this Is True or Dream
Deep down Inside I Feel to Scream
this Terrible Silence Stops Me
Now That the War Is Through with Me
I'm Waking up I Can Not See
That There Is Not Much Left of Me
Nothing Is Real but Pain Now

Hold My Breath as I Wish for Death
Oh Please God,wake Me

Back in the Womb its Much Too Real
in Pumps Life That I must Feel
but Can't Look Forward to Reveal
Look to the Time When I'll Live
Fed Through the Tube That Sticks in Me
Just like a Wartime Novelty
Tied to Machines That Make Me Be
Cut this Life off from Me

Hold My Breath as I Wish for Death
Oh Please God,wake Me

Now the World Is Gone I'm Just One
Oh God,help Me Hold My Breath as I Wish for Death
Oh Please God Help Me

Darkness

Imprisoning Me
All That I See
Absolute Horror
I Cannot Live
I Cannot Die
Trapped in Myself
Body My Holding Cell

Landmine

Has Taken My Sight
Taken My Speech
Taken My Hearing
Taken My Arms
Taken My Legs
Taken My Soul
Left Me with Life in Hell


Traduzione.
Non Riesco a Ricordare Nulla
non so Dire se Era Sogno o RealtàSento Urlare dal Profondo dell’Anima
Questo Terribile Silenzio mi Blocca
ora che la Guerra mi Accompagna
mi Sveglio e non Posso Accorgermi
che non e’ Rimasto molto di Me
ora Nulla èpiù Reale del il Dolore
Trattieni il mio Respiro come Vorrei per Morire
ti Prego Mio Dio Svegliami

è molto più che Reale Ritornare giù nel Limbo
io devo Sentire il Palpitare della Vita
ma non Vedo l’ora di Rivivere
Nutrito dal Tubo che mi Penetra
proprio come una Novità della Guerra
Legato alle Macchine che mi Permettono di Vivere
allontana da Me questa Vita

Trattieni il mio Respiro come Vorrei per Morire
ti Prego Mio Dio Svegliami
Ora che il Mondo non c’è più sono Rimasto solo Uno
oh Dio, Aiutami
Trattieni il mio Respiro come Vorrei per Morire
ti Prego Mio Dio Svegliami


Oscurità
Che Mi Imprigiona
tutto ciò che Posso Vedere
assoluto orrore
Non Posso Vivere
Non Posso Morire
Intrappolato in Me Stesso
Il mio corpo è la Mia Prigione
Mina di Terra
Mi ha Rubato la Vista
Mi ha Rubato la Parola
Mi ha Rubato le Braccia
Mi ha Rubato le Gambe
Mi ha Rubato l’Anima
Messo la Mia Vita all’Inferno.