domenica 18 febbraio 2007
Paparazzi e Papa Ratzinger
Il post della giornata lo dedico al nostro beneamato pontefice, che colloco, idealmente, a 407 anni fa.
Ritengo praticamente che Papa Ratzinger avrebbe potuto esercitare tranquillamente il suo pontificato nel 1600, stante la sua completa distanza dal mondo attuale.
Fermo restando che lo ritengo uno dei più grandi teologi e filosofi contemporanei (chi è del settore ricorderà le sue mitiche discussioni su Micromega con Paolo Flores D'Arcais), non riesco assolutamente a capirlo.
Probabilmente non devo nemmeno capirlo perché lui fa semplicemente il suo lavoro di Papa, tuttavia mi piacerebbe che fosse più una guida spirituale che sociale.
Parliamoci chiaro e tondo, non abbiamo bisogno di preti che c'insegnino come vivere, piuttosto abbiamo bisogno di preti che c'insegnino ad amare e ad affrontare dignitosamente la nostra fine perché dovrebbe esserci qualcosa dopo.
Il problema è che in questa Chiesa sempre più vecchia non trovo nessuno stimolo, nessuna voglia di ascoltare, ma solo di rimestare nel vecchiume ammuffito dei dogmi.
In una società sempre più nichilista che si affanna a vivere di cose superflue ed inutili, dove anche i sentimenti ormai sono una merce da vendere, le gerarchie ecclesiastiche assumono sempre più posizioni radicali senza se e senza ma.
L'unica cosa che riescono ad ottenere è un allontanamento sempre maggiore anche dei pochi cattolici rimasti, ovviamente senza considerare i cattolici di convenienza.
"Le religioni sono come le lucciole: per splendere hanno bisogno delle tenebre."
Arthur Schopenhauer
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