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mercoledì 20 giugno 2007

La serietà dell'informazione

Proprio oggi mi è capitato di vedere un servizio (al TG3, ma non è essenziale) sui ricercatori italiani e sulla carenza dei fondi per loro. Da addetto del settore ho potuto notare un pressapochismo ed una superficialità del giornalista che erano da far arrossire. Mi spiego,
per supportare la notizia del convegno CGIL sulla ricerca e sulla carenza dei fondi sulla ricerca (fatto purtroppo assolutamente vero) il nostro eroe cita un pò di dati:
1) i 30000 ricercatori italiani guadagnano in media meno di 1000 € al mese;
2) l'età media dei ricercatori italiani è prossima ai 50 anni.
In questo ci sono almeno 3 errori:
1) nei 30000 ricercatori vengono conteggiati sia i circa 15000 ricercatori universitari, personale con contratto a tempo indeterminato dell'università e degli enti di ricerca, sia gli altrettanti assegnisti di ricerca, dottorandi e contrattisti vari, tutti precari.
2) Chi guadagna meno di 1000 € al mese, al solito in Italia, sono i precari; il personale a tempo indeterminato ha stipendi più dignitosi.
3) L'età media di 50 anni si riferisce ai ricercatori universitari. Gli altri, per ovvi motivi, sono mediamente molto più giovani.
Tutto questo, come dicevo, non inficia la serietà del problema della carenza di fondi per la Ricerca (del quale magari parlerò in un prossimo post), ma qualifica la serietà del giornalista medio italiano, che parte dalla tesi da dimostrare, e recupera un pò di dati senza troppe verifiche per dimostrarla.
Anche in questo caso abbiamo quello che ci meritiamo?

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