Per una strana coincidenza quest'anno, come per Totò, ricade il quarantennale della morte di Ernesto Rossi.
Molti non lo ricordano più, eppure, come ho ricordato in post precedenti, quest'uomo già nel 1941, in piena guerra mondiale, immaginava un'Europa unita e libera, accomunata da un unico interesse: la pace e la fratellanza.
Forse è ora che si ricominci ad approfondire il lavoro di quest'uomo, soprattutto come giornalista d'inchiesta che denuncia le nefandezze del potente di turno. Basta con questi lacchè in doppiopetto che leccano il culo al potente di turno; ogni giornalista, se tale si ritiene, abbia il coraggio di drizzare la schiena.
Libertà è anche poter dare fastidio.
"Se ci domandiamo a cosa approdano tutti i nostri sforzi e tutte le nostre angosce non sappiamo trovare altre risposte fuori di quelle che dava Leopardi: si gira su noi stessi come trottole, finché il moto si rallenta, le passioni si spengono e il meccanismo si rompe."
"Io non ho mai avuto paura della morte. Mi è sempre sembrata una funzione naturale, inspiegabile com'è inspiegabile tutto quello che vediamo in questo porco mondo. Crepare un po' prima o un po' dopo non ha grande importanza: si tratta di anticipi di infinitesimi, in confronto all'eternità, che non riusciamo neppure ad immaginare. Ma ho sempre avuto timore della "cattiva morte."
Ernesto Rossi.
1 commento:
Italiano con la I maiuscola, ma anche Europeista con la E maiuscola.
Mi permetto di segnalare l'uscita di "Ernesto Rossi, un democratico europeo" (Rubbettino 2009).
Maggiori info seguendo questo link:
http://simonettamichelotti.wordpress.com/category/appuntamenti-2009/
Grazie dell'ospitalità.
S.M.
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