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venerdì 27 luglio 2007

Thomas Müntzer



« Guarda, i signori e i prìncipi sono l'origine di ogni usura, d'ogni ladrocinio e rapina; essi si appropriano di tutte le creature: dei pesci dell'acqua, degli uccelli dell'aria, degli alberi della terra (Isaia 5, 8). E poi fanno divulgare tra i poveri il comandamento di Dio: "Non rubare". Ma questo non vale per loro. Riducono in miseria tutti gli uomini, pelano e scorticano contadini e artigiani e ogni essere vivente (Michea, 3, 2-4); ma per costoro, alla più piccola mancanza, c'è la forca. »
Sono parole che Thomas Müntzer pronunciava nel 1524 nella sua "Confutazione ben fondata". Thomas Müntzer è uno dei miei personaggi storici preferiti. Figlio di un artigiano benestante potè studiare e laurearsi in Filosofia e Teologia, ordinato prete fu in prima linea nel condannare l'amoralità della Chiesa. Conobbe Lutero e fu impegnato in polemiche con lui.
Müntzer fu persona coerente fino in fondo, per lui il pensiero religioso e l'azione sociale andavano di pari passo. Fu quindi fra i capi delle rivolte contadine in Germania, volte a ritrovare un cristianesimo delle origini molto vicino ad un comunismo moderno.
Sconfitti i contadini a Frankenhausen (1525), fu catturato e torturato per convincerlo a rinnegare le proprie idee. Resistette, e fu messo a porte per decapitazione il 27 maggio 1525.
Müntzer visse i suoi pensieri nel centro delle lotte sociali e politiche del suo tempo: il suo discorso teologico era direttamente un discorso politico, cioè aderenza alle situazioni, alla concretezza dello spazio e del tempo. Certo, anche il suo contemporaneo Lutero fu calato nel suo tempo; ma quando si è trattato di scegliere pro o contro i contadini in rivolta, Lutero scelse contro di essi, la sua teologia si è concretizzata in una prassi conservatrice. Viceversa Müntzer fu coerente fino in fondo, un rivoluzionario per ragionamento prima che per passione.
Per saperne di più su Thomas Müntzer e sulle rivolte dei contadini vi consiglio un libro particolare, Q di Luther Blisset, si legge come un libro di cappa e spada, fa riflettere come un trattato di filosofia, e oggi se ne sente il bisogno più che mai.
Solo dopo averlo letto vi suggerisco di ascoltare questo pezzo: "Canzone del Capitano Gert" dell'Osteria Popolare Berica.

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