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sabato 24 marzo 2007

Due secoli di mito


Quest'anno ricorre il bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi. Purtroppo nella nostro sotto cultura la sua memoria ci riporta ad interminabili ore di lezione a scuola sempre con un occhio socchiuso e l'altro verso l'orologio nella speranza che suonasse la campanella.
Oggi mi ritrovo a parlare di Garibaldi un giorno si ed uno no a lezione eppure ogni volta che ne parlo il sentimento che provo è sempre di orgoglio e fierezza.
E' l'emblema di un uomo che non è mai sceso a compromessi, ha sempre creduto che tutto quello che faceva era giusto ed aveva un tale carisma che faceva presa su chiunque. Gli sono stati tributati onori ovunque eppure oggi le sue idee così moderne sono accantonate da questo ritorno oscurantista della gerarchia ecclesiastica che ha una presa così forte su coloro che ci governano.
Allora ben venga l'iniziativa di Repubblica e l'Espresso (http://marketing.repubblica.it/RISORGIMENTO/index.html) di pubblicare una serie di volumi dedicati al Risorgimento.
Se la memoria traballa perché spopola vallettopoli ed il voyeurismo a pagamento, riprendiamoci la nostra storia, cerchiamo di capire cosa spingeva giovani uomini colti (erano tutti laureati o diplomati) che partivano volontari nelle imprese garibaldine disposti a sacrificare la vita per l'unità nazionale.
Quei ragazzi avevano un sogno, cerchiamo di sognare anche noi.
Oggi più che un aforisma è bene citare il pensiero di Victor Hugo su Garibaldi.

«Uomo in tutta l'accezione sublime del termine»
Victor Hugo

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