Non so da dove cominciare.
Cosa dire. Tra poco cade il quarantennale della morte di Totò. Ieri ho parlato di Maradona, oggi parlo di colui che lo ha preceduto.
Totò, come chi ama Napoli, è vissuto altrove. Il problema di Napoli con i suoi personaggi illustri è che li idolatra a tal punto da rendere loro impossibile qualunque cosa, anche la più semplice.
Quello che mi piace di ricordare del Principe (che per fortuna non lo era per discendenza, ma lo è diventato per il suo animo nobile e la sua arte) è la sua filosofia. Totò era un filosofo. Era un uomo che aveva la capacità di condensare il senso della vita in poche parole. Era un "oraculo" (i miei amici sanno cosa intendo quando parlo di "oraculo").
E dell'oraculo De Curtis ecco alcune delle più belle massime...
"Parli come badi!
Ogni limite ha una pazienza!
Io sono un uomo di mondo: ho fatto tre anni di militare a Cuneo...
Per Dinci, e anche per Bacco, volendo!
Ma mi faccia il piacere, mi faccia!
Siamo uomini o caporali?
È la somma che fa il totale!
Io sono figlio vedovo di madre unica.
A quindici anni ho avuto la meningite e con la meningite o si muore o si rimane stupidi: io non sono morto...
Chiedo l'annullamento del matrimonio alla Sacra Rota, anzi, su tutte le Ruote!
Lei è un paziente che non ha pazienza! Che paziente è? Abbia pazienza!
Prima abbiamo perso la guerra, adesso abbiamo perso la pace!
Io non faccio il cascamorto, se casco, casco morto per la fame!
I suoi modi sono interurbani!
Se le cose stanno così, non mi resta che adire le vie letali.
Io mi alzo presto: ad ore antidiluviane!
Una lettera minatoria? No, io non ho mai scritto lettere ad un minatore.
E io pago, e io pago!
Io sono superiore a lei per cultura, per nascita e per censo.
Io sono superiore a lei al censo per censo.
Io sono parte nopeo e parte napoletano.
Io non sono il suo succubo!
Signori si nasce e io lo nacqui, modestamente!
Al mio funerale, mi raccomando: niente opere di bene, ma solo fiori!"
Antonio De Curtis.
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2 commenti:
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
imparato molto
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