Voglio dedicare questo primo post sul blog ad una questione che ritengo importante non solo di per sè, ma anche perchè rappresentativa di un pò tutti i mali di Napoli e del Sud in generale.
Della "Monnezza" si è già parlato, anche in questo blog, ma io vorrei provare ad andare alla genesi della questione. Il "disegno" del sistema di gestione dei rifiuti in Campania nasce sotto la giunta Rastrelli (Destra), e prevede uno schema nel quale i rifiuti vengono raccolti in maniera differenziata, la frazione umida viene trasformata in compost, materiali pregiati (vetro, alluminio, ...) vengono riciclati, la frazione restante viene conferita agli impianti di produzione di CDR (combustibile da rifiuto) che impacchettano delle "ecoballe" che vengono bruciate in termovalorizzatori (che poi sono degli inceneritori che producono anche energia). Le alte temperature evitano la formazione di sostanze dannose (diossine). Le ceneri finiscono in discariche controllate.
Lo schema è abbastanza classico, e funziona discretamente bene in tante parti d'Italia. A Brescia l'impianto fornisce un terzo del calore necessario a riscaldare la città. A Trezzo sull'Adda (MI) c'è un altro degli impianti più moderni d'Europa, per maggiori informazioni guardate il sito http://www.termotrezzo.it/. Gli impianti non sono nemmeno tanto brutti a vedersi, nella foto vi mostro quello di Trezzo.
Adesso viene da chiedersi come mai lo stesso sistema non si sia potuto realizzare in Campania.
Questa è storia che molti hanno vissuto: dovunque si sia deciso di costruire un termovalorizzatore, un impianto di produzione di CDR o una discarica la popolazione è insorta guidata dal capopopolo di turno. Dall'altro lato chi doveva prendere le decisioni (Rastrelli, Bassolino, i vari commissari e ministri, ...) prima provava ad imporle senza discutere e senza spiegare ... poi faceva precipitosamente marcia indietro per paura di perdere popolarità.
In questo gioco folle si inseriva la camorra, che sui rifiuti lucrava, ma che ha semplicemente approfittato dell'inettitudine della classe dirigente.
In questo gioco folle si inseriva la camorra, che sui rifiuti lucrava, ma che ha semplicemente approfittato dell'inettitudine della classe dirigente.
Il risultato lo abbiamo sotto gli occhi: un sistema monco, senza termovalorizzatori a chiudere il ciclo e con una raccolta differenziata che funziona solo in poche isole felici (e non mi si venga a raccontare che la colpa è della gente che non la vuole fare). Gli impianti di produzione di CDR sfornano ecoballe di pessima qualità, che non è possibile nemmeno piazzare altrove, perchè non bruciano bene.
Le discariche sono ormai colme, non se ne riescono ad aprire di nuove per la solita opposizione della popolazione (che, ripeto, subisce le scelte senza essere coinvolta) e ogni volta che se ne chiude una ecco le montagne di spazzatura per strada!
Il Commissariato all'Emergenza (mai struttura è stata così stabile ...) cerca disperatamente soluzioni temporanee, mentre migliaia di addetti alla raccolta dei rifiuti, assunti in maniera clientelare, stanno con le braccia conserte perchè nessuno assegna loro una mansione. Insomma: un grande casino!
Si sfiora poi il ridicolo quando sono gli stessi responsabili di questa situazione ad alzare la voce. Uno per tutti il ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio, che ancora ieri tuonava contro gli inceneritori e presentava la "soluzione" raccolta differenziata. Continuano i giochi sulla pelle della gente.
In sintesi:
1) lo schema di gestione dei rifiuti che si vorrebbe adottare in Campania NON è particolarmente innovativo, e in altre parti d'Italia ha dato buoni frutti;
2) questo schema non è stato effettivamente messo in funzione per l'inettitudine e il calcolo politico della classe dirigente (di destra come di sinistra), che non è abituata a discutere con la popolazione, ma la tratta come massa ignorante da comandare e assecondare a seconda dei casi;
3) in questo gioco si è sapientemente inserita anche la camorra.
Che fare?
A questo punto ci vorrebbe un pò di coraggio, l'adozione di scelte impopolari per uscire dall'emergenza, poi la ricerca del dialogo con le popolazioni interessate, per far capire la necessità degli impianti e compensare adeguatamente chi se li tiene in casa.
Saranno i politici campani in grado di fare tutto ciò?
E' difficile, difficilissimo perchè assolutamente estraneo ai loro schemi di ragionamento e calcolo di opportunità, ma è l'unica soluzione. Implica un cambiamento radicale del modo di percepire la popolazione e il "servizio" della politica ... ma questo argomento ci porterebbe lontano. Magari è degno di un'altra discussione.
Nessun commento:
Posta un commento