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mercoledì 10 ottobre 2007

I lacchè del potere




Stasera sono stanchissimo e non vedo l'ora di andare a letto, tuttavia dopo una giornata di lavoro e 240 km macinati sento il bisogno di parlare di una certa tipologia di giornalisti: i lacchè del potere.
Lungi dal fare tutta un'erba un fascio vorrei rispondere a Giampiero Mughini, Filippo Facci e Paolo Granzotto.
Premesso che dei suddetti conoscevo fino a ieri il solo Mughini (lo ricordo in trasmissioni calcistiche napoletane alcuni anni luce fa quando ancora era tra noi il mitico Diego), degli altri due non sapevo chi fossero perché ormai non vedo più le trasmissioni politiche e, cosa di cui vado infinitamente orgoglioso, non ho mai visto una puntata di Porta a Porta, preferendo fare la raccolta differenziata a casa mia. Inoltre so che questi ultimi due scrivono su uno pseudoquotidiano in mano all'uomo più ricco e potente d'Italia quindi la loro obiettività è arcinota.
Questi tre signori in alcune puntate del povero spettacolino di Vespa e sulla carta igienica stampata sulla quale scrivono, hanno affermato:
"...la famosa «rete» la conosco a sufficienza e scrivo e interloquisco sul secondo blog italiano. Primo: «la rete» non esiste, è così varia da equivalere a un target che vada dai 15 ai 50 anni. Secondo: a una grandissima parte di costoro il grillo comicante sta tremendamente sulle palle. Terzo: il popolo titillato da Grillo è il peggio di questo Paese e di qualsiasi Paese. Non c'è da capire o da intercettare: è una categoria dello spirito, sono i bruti e gli informi di Nietzsche, ignoranti nell'anima, invidiosi sociali. Odieranno sempre il politico e chiunque spicchi, perchè nell'altrui compiutezza e appariscenza scaricheranno le colpe della loro mediocrità. Nulla basterà mai loro, neanche se un ministro guadagnasse 50 euro al bimestre e girasse in bicicletta blu. Presi da soli sono amebe annichilenti, in gruppo invece si fanno tipicamente squadristi, insultano, fanno mucchio, godono per chiunque rotoli nella polvere. Ovvio che un domani potrebbero farlo tranquillamente anche per Grillo."
Filippo Facci.
"...I blog appartengono alla famiglia - molto sovrastimata - della informazione globale (mentre non c.è niente di più domestico e gruppettaro). Investiti dalla mitizzazione di Internet godono fama, fra i pirla, di essere lo specchio della verità e della correttezza nell.informazione. E di rappresentare al meglio la pubblica opinione e i suoi umori. Vero niente. Un blogger può infatti sparare tutte le bischerate che vuole, diffondere leggende metropolitane o dilettarsi nella così detta controinformazione (il cui assunto è che l.informazione extra-blog è una somma di menzogne e di gaglioffate) senza colpo ferire. Il fatto di avere un blog o di «postare» su un blog non ti fa migliore, più colto, più perspicace o più sincero. Come diceva Fanfani, chi nasce bischero, bischero rimane (anche, se non soprattutto, nella blogosfera). Per bloggare sono necessarie due cose: la prima, sapere che un certo blog esiste (e questa è un.altra smentita della sedicente «globalità» della blogosfera). Uno non può mettersi a spulciare 70 milioni di blog per scegliersene tre o quattro ai quali inviare i propri «post». La seconda, avere tanto, ma tanto tempo a disposizione e coltivare il gusto del - voglia perdonarmi se uso questo termine, ma altri che siano altrettanto pertinenti non mi vengono - cazzeggio. Naturalmente non tutti i blog sono palestre di quella popolare attività: ce ne sono di molto seri e affidabili. Per quel po., pochissimo che bloggo (senza peraltro aver mai postato un «post»), clicco «Camillo», il blog di Christian Rocca e, anche se non può dirsi propriamente un blog, «Informazione corretta» di Angelo Pezzana. Il blog di Grillo, per dire, manco so dove stia di casa."
Paolo Granzotto.
"...Vedo che in molti, sui quotidiani di domenica e lunedì, sottolineano il "potere culturale" di internet, il fatto che Beppe Grillo sia riuscito a convocare le sue truppe da combattimento solo sfruttando la comunicazione via internet. Forse sarebbe meglio dire che il Gran Comizio di Grillo è il frutto della subcultura propria a internet, del linguaggio insolente e beffardo (ma soltanto quello) di generazioni ormai ignare del linguaggio dei giornali e dei libri, e bensì esperte in sms e e-mail che più spicce e più rozze sono meglio è. E’ il nostro tempo, certo. E’ un tempo di merda. E mi viene da ridere a leggere che qualcuno si aspetta che Grillo dia una sorta di contenuto e struttura politica a quel gran casino che gli va dietro.."
Giampiero Mughini.
Premesso che si può essere o meno d'accordo con le cose che dice Beppe Grillo io non accetto assolutamente questo attacco indiscriminato alla blogosfera.
I blog (come questo) sono ANCHE dediti al cazzeggio, ma quello sano (tempo fa con alcuni amici avevo anche un sito dedicato), ma soprattutto permettono ad una persona di esprimere le proprie idee, condivisibili o meno, e per questo che ogni post può essere commentato.
Voi giornalisti OMOLOGATI invece sentite continuamente il bisogno di dimostrare la vostra saccenza senza nessun contraddittorio, e ciò può essere fatto meglio davanti ad una telecamera verso una massa di pecoroni addormentati e indifferenti che magari mentre parlate guardano la coscia della figona che vi siede a lato.
Voi avete bisogno di questo, vivete di questo e tra breve morirete (professionalmente) di questo, perché grazie alla rete non avremo (anzi non abbiamo) più bisogno di voi e non avranno più bisogno di voi nemmeno i padroni che vi foraggiano.
Adesso me ne vado a dormire, mi raccomando firmate la petizione a lato.
"La stampa si rasserenerà per forza: il nulla bisogna farlo, facendolo. La stupidità è tutto ciò che c’è. Basta con l’ammicco: evviva la divina stupidità che è vicina alla grazia."
Carmelo Bene.

1 commento:

Anonimo ha detto...

fate tutti schifo!!!!!!!!!