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mercoledì 14 novembre 2007

Qual è la linea sottile che divide la condanna dalla demagogia?




E' un po' di tempo che mi domando quale sia la linea sottile che divide la condanna dalla demagogia.


Oggi Beppe Grillo ha chiesto all'Unione Europea di non stanziare più fondi per l'Italia perché vengono utilizzati dai politici a fini meramente clientelari, quando non sono incanalati addirittura verso veri e propri finanziamenti illeciti ai partiti.


Fermo restando la piena solidarietà all'attività della magistratura, ed in particolare a De Magistris, penso che ormai Grillo stia sconfinando nella demagogia. Oggi francamente ha esagerato, perché condannare in questo modo tutti non ha senso, e soprattutto non rispetta il lavoro di alcuni (pochissimi) parlamentari europei quali Claudio Fava di cui ho parlato in un vecchio post e che rappresentano quel poco di buono che c'è nella classe politica italiana e sulla quale bisogna far leva per risollevare il paese.


Basta con la demagogia, se Grillo vuole colpire faccia nomi e cognomi di quelli che stanno affondando il nostro paese.
Non ha senso parlare a capocchia, tanto chi trama continua a tramare e lo farà sempre fottendosene di Beppe Grillo e di quelli che si fanno il sangue amaro.


"Per pessimo che sia il governo italiano, ove non si presenti l'opportunità di facilmente rovesciarlo, credo meglio attenersi al gran concetto di Dante: 'Fare l'Italia anche col diavolo'."
Giuseppe Garibaldi.

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