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mercoledì 12 agosto 2009

Perché mi piace il lavoro che faccio

Mi sono talvolta chiesto perché faccio il mio lavoro e perché non faccio più l'ingegnere.
Ormai sono un po' di annetti che mi dedico alla mia attività di (micro)imprenditore.
Tra alti e bassi posso dire di cavicchiarmela. Non navigo nell'oro, ma sicuramente con un impiego pubblico avrei guadagnato di più e soprattutto avrei avuto dal punto di vista previdenziale molte tutele in più.
Certo nella mia scelta di vita ha influito molto la mia compagna. Tuttavia ritengo che in ogni caso la scelta sia stata mia, anche perché cambiare la propria vita può accadere solamente se ci si dà uno scossone interiore.
Poi mi sono imbattutto in una citazione di Luigi Einaudi ed ho capito perché vado avanti ed ogni giorno ho sempre un sorriso stampato sulla faccia quando entro in ufficio, a differenza di molti altri.
Ed è per questo motivo:

"Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. È la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di guadagno. Il gusto, l'orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie ed investono tutti i loro capitali per ritirare spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi."
Luigi Einaudi.

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