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martedì 27 novembre 2007

Campagna contro l'immigrazione

Guardatevi questo spot prodotto dal governo svizzero e diffuso da molte tv africane. Un immigrato di colore telefona al padre da una cabina telefonica e gli racconta di com'è bella e civile la Confederazione elvetica: in realtà vive sulla strada, s'arrangia con l'elemosina, ed è perseguitato dalla polizia. Una campagna anti-stranieri, per scoraggiare l'arrivo di altri cittadini africani, con un messaggio che non potrebbe essere più esplicito: non venite da noi, non c'è lavoro per tutti, finireste nel girone degli ultimi.
Se ne potrebbe anche discutere ... ma non viene anche a voi un dubbio?
Si ... è lo stesso che mi viene quando sento usare il termine "extracomunitario" per "nero" o "arabo" ...

sabato 24 novembre 2007

IL TRIANGOLO NERO



Violenza, propaganda e deportazione. Un manifesto di scrittori, artisti e intellettuali contro la violenza su rom, rumeni e donneLa storia recente di questo paese è un susseguirsi di campagne d'allarme, sempre più ravvicinate e avvolte di frastuono. Le campane suonano a martello, le parole dei demagoghi appiccano incendi, una nazione coi nervi a fior di pelle risponde a ogni stimolo creando "emergenze" e additando capri espiatori. Una donna è stata violentata e uccisa a Roma. L'omicida è sicuramente un uomo, forse un rumeno. Rumena è la donna che, sdraiandosi in strada per fermare un autobus che non rallentava, ha cercato di salvare quella vita. L'odioso crimine scuote l'Italia, il gesto di altruismo viene rimosso. Il giorno precedente, sempre a Roma, una donna rumena è stata violentata e ridotta in fin di vita da un uomo. Due vittime con pari dignità? No: della seconda non si sa nulla, nulla viene pubblicato sui giornali; della prima si deve sapere che è italiana, e che l'assassino non è un uomo, ma un rumeno o un rom.Tre giorni dopo, sempre a Roma, squadristi incappucciati attaccano con spranghe e coltelli alcuni rumeni all'uscita di un supermercato, ferendone quattro. Nessun cronista accanto al letto di quei feriti, che rimangono senza nome, senza storia, senza umanità. Delle loro condizioni, nulla è più dato sapere.Su queste vicende si scatena un'allucinata criminalizzazione di massa. Colpevole uno, colpevoli tutti. Le forze dell'ordine sgomberano la baraccopoli in cui viveva il presunto assassino. Duecento persone, tra cui donne e bambini, sono gettate in mezzo a una strada.E poi? Odio e sospetto alimentano generalizzazioni: tutti i rumeni sono rom, tutti i rom sono ladri e assassini, tutti i ladri e gli assassini devono essere espulsi dall'Italia. Politici vecchi e nuovi, di destra e di sinistra gareggiano a chi urla più forte, denunciando l'emergenza. Emergenza che, scorrendo i dati contenuti nel Rapporto sulla Criminalità (1993-2006), non esiste: omicidi e reati sono, oggi, ai livelli più bassi dell'ultimo ventennio, mentre sono in forte crescita i reati commessi tra le pareti domestiche o per ragioni passionali. Il rapporto Eures-Ansa 2005, L'omicidio volontario in Italia e l'indagine Istat 2007 dicono che un omicidio su quattro avviene in casa; sette volte su dieci la vittima è una donna; più di un terzo delle donne fra i 16 e i 70 anni ha subito violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita, e il responsabile di aggressione fisica o stupro è sette volte su dieci il marito o il compagno: la famiglia uccide più della mafia, le strade sono spesso molto meno a rischio-stupro delle camere da letto. Nell'estate 2006 quando Hina, ventenne pakistana, venne sgozzata dal padre e dai parenti, politici e media si impegnarono in un parallelo fra culture. Affermavano che quella occidentale, e italiana in particolare, era felicemente evoluta per quanto riguarda i diritti delle donne. Falso: la violenza contro le donne non è un retaggio bestiale di culture altre, ma cresce e fiorisce nella nostra, ogni giorno, nella costruzione e nella moltiplicazione di un modello femminile che privilegia l'aspetto fisico e la disponibilità sessuale spacciandoli come conquista. Di contro, come testimonia il recentissimo rapporto del World Economic Forum sul Gender Gap, per quanto riguarda la parità femminile nel lavoro, nella salute, nelle aspettative di vita, nell'influenza politica, l'Italia è 84esima. Ultima dell'Unione Europea. La Romania è al 47esimo posto.Se questi sono i fatti, cosa sta succedendo?Succede che è più facile agitare uno spauracchio collettivo (oggi i rumeni, ieri i musulmani, prima ancora gli albanesi) piuttosto che impegnarsi nelle vere cause del panico e dell'insicurezza sociali causati dai processi di globalizzazione.Succede che è più facile, e paga prima e meglio sul piano del consenso viscerale, gridare al lupo e chiedere espulsioni, piuttosto che attuare le direttive europee (come la 43/2000) sul diritto all'assistenza sanitaria, al lavoro e all'alloggio dei migranti; che è più facile mandare le ruspe a privare esseri umani delle proprie misere case, piuttosto che andare nei luoghi di lavoro a combattere il lavoro nero.Succede che sotto il tappeto dell'equazione rumeni-delinquenza si nasconde la polvere dello sfruttamento feroce del popolo rumeno. Sfruttamento nei cantieri, dove ogni giorno un operaio rumeno è vittima di un omicidio bianco. Sfruttamento sulle strade, dove trentamila donne rumene costrette a prostituirsi, metà delle quali minorenni, sono cedute dalla malavita organizzata a italianissimi clienti (ogni anno nove milioni di uomini italiani comprano un coito da schiave straniere, forma di violenza sessuale che è sotto gli occhi di tutti ma pochi vogliono vedere). Sfruttamento in Romania, dove imprenditori italiani - dopo aver "delocalizzato" e creato disoccupazione in Italia - pagano salari da fame ai lavoratori. Succede che troppi ministri, sindaci e giullari divenuti capipopolo giocano agli apprendisti stregoni per avere quarti d'ora di popolarità. Non si chiedono cosa avverrà domani, quando gli odii rimasti sul terreno continueranno a fermentare, avvelenando le radici della nostra convivenza e solleticando quel microfascismo che è dentro di noi e ci fa desiderare il potere e ammirare i potenti. Un microfascismo che si esprime con parole e gesti rancorosi, mentre già echeggiano, nemmeno tanto distanti, il calpestio di scarponi militari e la voce delle armi da fuoco.Succede che si sta sperimentando la costruzione del nemico assoluto, come con ebrei e rom sotto il nazi-fascismo, come con gli armeni in Turchia nel 1915, come con serbi, croati e bosniaci, reciprocamente, nell'ex-Jugoslavia negli anni Novanta, in nome di una politica che promette sicurezza in cambio della rinuncia ai principi di libertà, dignità e civiltà; che rende indistinguibili responsabilità individuali e collettive, effetti e cause, mali e rimedi; che invoca al governo uomini forti e chiede ai cittadini di farsi sudditi obbedienti.Manca solo che qualcuno rispolveri dalle soffitte dell'intolleranza il triangolo nero degli asociali, il marchio d'infamia che i nazisti applicavano agli abiti dei rom.E non sembra che l'ultima tappa, per ora, di una prolungata guerra contro i poveri.Di fronte a tutto questo non possiamo rimanere indifferenti. Non ci appartengono il silenzio, la rinuncia al diritto di critica, la dismissione dell'intelligenza e della ragione.Delitti individuali non giustificano castighi collettivi.Essere rumeni o rom non è una forma di "concorso morale".Non esistono razze, men che meno razze colpevoli o innocenti.


Nessun popolo è illegale.


Per chi volesse aderire digiti qui.

mercoledì 21 novembre 2007

Brecker Brothers



Tra tantissimi nuovi partiti e partitelli che non ce ne può fregare un caxxo riprendo il blog con un po' di musica seria.
Il video menzionato è dei Brecker Brothers.


Michael Brecker è stato uno dei più grandi sassofonisti della scenza jazz mondiale ed ha collaborato con i più grandi artisti rock, pop e jazz.

Mi è venuto in mente perché in macchina ascolto continuamente un loro pezzo "Scrunch".

mercoledì 14 novembre 2007

Qual è la linea sottile che divide la condanna dalla demagogia?




E' un po' di tempo che mi domando quale sia la linea sottile che divide la condanna dalla demagogia.


Oggi Beppe Grillo ha chiesto all'Unione Europea di non stanziare più fondi per l'Italia perché vengono utilizzati dai politici a fini meramente clientelari, quando non sono incanalati addirittura verso veri e propri finanziamenti illeciti ai partiti.


Fermo restando la piena solidarietà all'attività della magistratura, ed in particolare a De Magistris, penso che ormai Grillo stia sconfinando nella demagogia. Oggi francamente ha esagerato, perché condannare in questo modo tutti non ha senso, e soprattutto non rispetta il lavoro di alcuni (pochissimi) parlamentari europei quali Claudio Fava di cui ho parlato in un vecchio post e che rappresentano quel poco di buono che c'è nella classe politica italiana e sulla quale bisogna far leva per risollevare il paese.


Basta con la demagogia, se Grillo vuole colpire faccia nomi e cognomi di quelli che stanno affondando il nostro paese.
Non ha senso parlare a capocchia, tanto chi trama continua a tramare e lo farà sempre fottendosene di Beppe Grillo e di quelli che si fanno il sangue amaro.


"Per pessimo che sia il governo italiano, ove non si presenti l'opportunità di facilmente rovesciarlo, credo meglio attenersi al gran concetto di Dante: 'Fare l'Italia anche col diavolo'."
Giuseppe Garibaldi.

domenica 11 novembre 2007

Siamo uomini d'amore o di libertà?



In ricordo di un film storico (almeno per me ed alcuni miei compaesani) che con semplicità e allegria ci ricorda quali sono le cose che ci fanno andare avanti nella vita.

"A libbertà, a libbertà.... pur o' pappavallo l'adda pruvà."

Giggino il poeta. (Tratto da Così Parlo Bellavista).

venerdì 9 novembre 2007

Razzismo e Xenofobia




La cosa strana di questo nostro paese assurdo è la velocità con cui dimentica gli avvenimenti.
Questa cosa è terribile e mi fa venire i brividi.
La capacità degli italiani di montare delle polemiche assurde e di dimenticarle dopo una settimana lascia di stucco.
Il problema dell'immigrazione e della ghettizzazione in un paese normale viene discusso e trattato SEMPRE, continuamente e nelle sedi opportune.
Invece in Italia tutto è improntato sul laissez fare, sul far finta di niente aspettando che succeda qualcosa (spesso una tragedia) salvo poi montare su una polemica interminabile (comunque della durata di una settimana) con due visioni completamente opposte.
L'esempio della povera donna ammazzata dal rumeno a Roma ne è un classico esempio.
Visto da destra questo tragico evento è stato una manna dal cielo, finalmente i fascistoni di turno hanno potuto iniziare a menare le mani tramite spedizioni punitive applaudite dagli ormai esasperati abitanti delle periferie. Nel frattempo i quotidiani della pseudo-opposizione hanno gridato alla debolezza di un governo che non ha il polso fermo.
Visto da sinistra è il solito pretesto per l'approfondimento sociologico sui problemi del nostro paese, nel quale gli eventi dovrebbero essere contestualizzati, studiati e capiti, ed è un'occasione per palesare continuamente l'ignoranza di chi reagisce a causa della rabbia istintiva.
Quello che penso l'ho già detto in un vecchio post, ritengo che in questo paese viviamo di etichette, non riusciamo a guardare in faccia la realtà, l'ingresso dei rumeni in Italia doveva essere controllato, come hanno d'altronde fatto in tutti gli altri paesi dell'Unione Europea, e contemporaneamente espellere quelli che si macchiano di reati gravi.
Contemporaneamente ritengo anche sbagliato le mistificazioni che vengono continuamente fatte sul problema delle aggressioni alle donne da parte degli stranieri, perché, come ricordato da Wu Ming, la maggior parte degli stupri avviene tra le mura domestiche o da parte di amici e noi italiani siamo degli esperti in tutto questo.
"Ho sempre creduto che, se c'è un posto al mondo dove non esistono le razze questo è proprio l'Italia: infatti le nostre antenate ebbero troppe occasioni di intrattenimento."
Enzo Biagi.

martedì 6 novembre 2007

Giustizia e Libertà: Viva il Partito d'Azione



Oggi è morto uno dei tre più grandi giornalisti della storia italiana, Enzo Biagi.

Dopo Indro Montanelli se ne va anche lui, resta solamente Giorgio Bocca.

Per rendergli omaggio oggi scrivo un post che avrei voluto scrivere tante volte, mettendo nero su bianco quale partito sogno di avere in Italia un giorno.

Sto parlando del Partito d'Azione, nato dalle Brigate Partigiane di Giustizia e Libertà. Tra queste file militava Enzo Biagi e tra esse vi erano Ferruccio Parri, Norberto Bobbio e Alessandro Galante Garrone, gente che aveva una bellissima idea dell'Italia, ma che l'accozzaglia cattocomunista ha ucciso (politicamente parlando) sul nascere.

Io sento di appartenere a questo credo politico e spero che un giorno tutte le persone che la pensano a questo modo capiscano che è arrivato il tempo di riunirsi e prendere in mano il destino di questo povero paese.

Ciao Enzo.

Provenienti da diverse correnti politiche, archiviamo per ora le tessere dei partiti e fondiamo un’unità di azione. Movimento rivoluzionario, non partito, “Giustizia e libertà” è il nome e il simbolo. Repubblicani, socialisti e democratici, ci battiamo per la libertà, per la repubblica, per la giustizia sociale. Non siamo più tre espressioni differenti ma un trinomio inscindibile.”

Apertura del primo numero del periodico Giustizia e Libertà, fondato dai Fratelli Rosselli.

domenica 4 novembre 2007

Caos Calmo




Giovedì sera ho terminato "Caos Calmo" di Sandro Veronesi. Devo dire che questo è uno dei romanzi più belli che abbia letto ultimamente. L'ho comprato quasi per caso in un negozio di detersivi (sembra allucinante ma è vero, i mega store che vendono prodotti per la casa possono vendere tutto, ed in questo l'edizione tascabile era in offerta con lo sconto del 10% )!
E' proprio strano, mi rendo conto che non siamo noi che cerchiamo i libri ma, spesso, sono loro che cercano noi. Almeno a me è sempre capitato così.
Per tale motivo tra un deodorante, un bagnoschiuma ed uno spazzolino mi sono ritrovato questa perla che consiglio a tutti.
In questo libro si ritrova un po' lo stereotipo dell'uomo moderno, che attraversa le fasi salienti della vita e si prova a raccontare come un trauma (quale la perdita di una persona vicinissima) è metabolizzato nella società attuale.
Tuttavia questo è solo un aspetto di questo romanzo poliedrico, ce ne sono mille altri, e li si possono scoprire solamente leggendo il libro.

"La gente pensa a noi infinitamente meno di quanto crediamo."
Sandro Veronesi in Caos Calmo.

venerdì 2 novembre 2007

Un pensiero a 32 anni dalla morte...

A Pier Paolo Pasolini



"Il vero valore di un uomo non è determinato dal possesso, supposto o reale, della Verità, ma piuttosto dal suo impegno a cercarla. Non è nel possesso della Verità, ma piuttosto nel perseguimento di essa che egli estende i suoi poteri e in questo va cercata la sua perfettibilità. Il possesso rende gli individui passivi, indolenti e superbi. Se Dio dovesse tenere racchiusa tutta la Verità nella mano destra, e nella mano sinistra solo il costante e diligente percorso verso di essa, pur con l'avvertimento che potrei sempre e per sempre errare in tale percorso, e mi offrisse di scegliere, con tutta umiltà opterei per la mano sinistra."

Gotthold Lessing (1778)